"Serve adesso un deciso cambio di
passo, oppure il carattere e la tenacia manifestati dai piccoli
imprenditori abruzzesi durante i mesi di fuoco dell'epidemia
rischiano di essere vanificati e non bastare". Secondo il
presidente regionale di Cna Abruzzo, Savino Saraceni, "il
risultato sorprendente che ci consegnano i dati su andamento
delle imprese ed export nei primi sei mesi dell'anno è
certamente frutto della combinazione delle misure di sostegno
messe in campo dal Governo: soprattutto cassa integrazione in
deroga, blocco di tasse e mutui. Ed in parte minore dalle misure
varate dalla Regione. Ma adesso serve di più: il problema vero è
che restano in piedi problematiche strutturali da affrontare,
perchè fra poco i benefici cesseranno, ed allora tasse elevate e
burocrazia torneranno a pesare come macigni sulla vita degli
imprenditori".
In primo piano, come detto, nelle richieste che la Cna
rivolge ora soprattutto alla Regione assieme ad un vasto
schieramento di forze economiche e sociali dell'Abruzzo, spicca
il nodo del credito: «I finanziamenti erogati attraverso il
Fondo centrale di garanzia in base ad alcune delle misure varate
dal Governo, come i decreti "Liquidità" e "Cura Italia" - ha
aggiunto il direttore Graziano Di Costanzo - hanno consentito in
Abruzzo, alla data del 22 settembre scorso, di erogare
finanziamenti a una platea di poco superiore alle 27mila unità.
Una cifra che però, come spiega l'analisi condotta da Ronci,
accontenta una platea solo del 17% del totale delle imprese e
dei professionisti dell'Abruzzo. Se poi si considera che, almeno
per il finanziamento limitato a 30mila euro, ovvero quello
maggiormente richiesto dalle piccole imprese, il contributo
effettivamente erogato non può superare il 25% del fatturato, la
somma media effettiva si abbassa a 18mila euro». Insomma,
davvero troppo poco.
A detta della Cna, poi, le politiche legate ai tanti bonus,
se da un lato hanno rappresentato un ristoro per aziende in
gravi difficoltà, hanno però mostrato spesso limiti strutturali:
«Quello ad esempio legato alla sanificazione degli ambienti di
lavoro, che prometteva contributo del 60% della spesa, ha visto
erogare solo il 9%, e questo in ragione dell'altissimo numero di
richieste». Adesso, dunque, tocca soprattutto alla Regione
prevedere meccanismi che siano in grado di inserire nei bilanci
delle imprese una ingente massa di liquidità: sull'agenda del
confronto con la Giunta Marsilio finisce in primo piano la
richiesta di ingenti misure a sostegno dei confidi, in modo da
favorire l'accesso al credito delle micro imprese.
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