"La decisione del Consiglio di
Stato, che non ha sospeso l'efficacia della sentenza del Tar sul
'caso' Bussi, fissando l'udienza di merito a maggio prossimo,
dimostra da un lato l'assoluta bontà delle misure e delle
ragioni della Regione Abruzzo circa la necessità e l'urgenza di
procedere con la bonifica del sito, dall'altro l'errata
posizione dei Ministeri dell'Ambiente e delle Infrastrutture,
oltre che della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ora
hanno il dovere istituzionale di chiudere una vicenda
giudiziaria che sono destinati a perdere, e piuttosto a
dialogare con la Regione per dare piena efficacia ed esecutività
alle operazioni di risanamento. L'Abruzzo ha già atteso troppo,
ora basta". È il commento del Presidente del Consiglio della
Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri in riferimento alla decisione
del Consiglio di Stato nel giudizio di appello proposto dal
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Mare, dal Ministero
delle Infrastrutture e dei trasporti e dalla Presidenza del
Consiglio dei Ministri contro la Regione Abruzzo, difesa
dall'Avvocato Stefania Valeri dall'Avvocatura Regionale, e nei
confronti di Edison spa e la Solvay spa, per la riforma della
sentenza del TAR Abruzzo Pescara.
"Il Consiglio di Stato è stato chiaro - ha ribadito il
Presidente Sospiri -, ovvero non ha ravvisato i presupposti per
definire il merito della vicenda nella fase cautelare né
tantomeno i presupposti per sospendere l'esecutività della
sentenza del Tar Abruzzo. Tradotto: oggi non ci sono ostacoli
alla tempestiva esecuzione della sentenza di primo grado che
impone di avviare immediatamente i lavori di bonifica del sito
attualmente bloccati da una decisione tanto inattesa quanto
incomprensibile del Ministero destinata solo ad alimentare uno
scontro giudiziario tra Enti territoriali a danno dei cittadini.
Il Consiglio di Stato non ha ritenuto neanche necessario od
opportuno sospendere l'esecutività della sentenza del Tar perché
l'attività di capping che sta realizzando nella fase iniziale la
Edison non è in grado di ostacolare il progetto della società
concorrente aggiudicataria della gara da 50 milioni di euro
attivata dallo stesso Ministero per la bonifica del mega sito
dei veleni. Dunque, fugati dubbi, perplessità, soddisfatte tutte
le possibili obiezioni, ora il Ministero ha il dovere di
procedere convocando la Regione Abruzzo e le parti sociali
coinvolte, aprendo un confronto istituzionale e fissando un
cronoprogramma di interventi, perché la vergogna di Bussi, la
più grande discarica d'Europa, va cancellata".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA