"Il bilancio presenta vizi di
legittimità già in partenza a causa della mancanza del Piano di
rientro del disavanzo, previsto dalle norme che ne richiedono
l'approvazione in contemporanea con i documenti contabili. Nel
merito, è un bilancio ingessato, perché il ricorso del
centrodestra alle leggi Omnibus ha cannibalizzato le risorse
provenienti dalla scadenza delle cartolarizzazioni, rendendo
impossibile trasferire fondi capaci di assicurare servizi
fondamentali, come il trasporto pubblico locale". Così all'ANSA
il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Silvio Paolucci,
sulla sessione di bilancio ferma per l'assenza del parere dei
revisori dei conti sul documento contabile, a due giorni dalla
scadenza dei termini per l'approvazione al fine di evitare
l'esercizio provvisorio.
Nel merito il dem sottolinea che "aumentano le spese
correnti per i servizi istituzionali, generali e di gestione, ma
a scapito di quelle per istruzione, diritto allo studio,
turismo, difesa del suolo, sociale, agricoltura e pesca, in
molti casi più che dimezzate. Con riferimento alle spese di
investimento, la situazione è ancora più preoccupante, poiché
diminuiscono quasi tutte le spese presenti in bilancio. E nel
frattempo è stata disattesa anche la norma che prevedeva la
diminuzione delle tasse per cittadini ed imprese. Un bilancio
non condiviso con le parti sociali che oggi prendono posizione
in modo netto e a ragione. Siamo allo sbando. La Regione è
diventata un cavallo a briglie sciolte che corre senza meta,
senza una guida capace di governarla ed anzi dilaniata dallo
scontro interno - prosegue il capogruppo del Pd.
Paolucci è critico anche sul comparto più importante anche
alla luce della pandemia in atto. "Sulla sanità, nonostante i
maggiori fondi statali, i costi sono esplosi al netto delle
spese Covid-19, generando un importante disavanzo di bilancio,
ulteriormente appesantito dai dati negativi derivanti dalla
scelta dei tanti che sono andati a curarsi fuori - spiega ancora
il dem che considera "incredibili le parole rilasciate dal
Governo Regionale, in particolare dall'assessore al ramo
Nicoletta Verì, che ritiene un errore l'uscita dal
Commissariamento: un modo per denunciare la propria incapacità a
governare la Sanità".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA