Le donne - rileva ancora l'Istat -
rappresentano il 51,2% del totale e superano gli uomini di
30mila unità. La popolazione abruzzese presenta, nel 2020, una
struttura per età sensibilmente più anziana rispetto al resto
del Paese. L'età media, sostanzialmente stabile rispetto al
2019, è di 46,3 anni contro i 45,4 della media nazionale.
Aumentano sia l'indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra la
popolazione di 65 anni e più e la popolazione di età 0-14), che
passa da 198,5 del 2019 a 202,5 del 2020, sia l'indice di
dipendenza degli anziani (rapporto percentuale tra la
popolazione di 65 anni e più e la popolazione in età 15-64), da
38,3 a 39,2). A livello comunale Santa Maria Imbaro, in
provincia di Chieti, ha l'età media più bassa (41,3 anni) mentre
San Giovanni Lipioni (Chieti) quella più elevata (65,8 anni).
In calo anche la popolazione straniera: ammonta a 82.568
residenti, con una diminuzione di circa mille unità (-1,1%)
rispetto al 2019. Tale popolazione è mediamente più giovane
rispetto alla componente di nazionalità italiana: l'età media è
di 35,9 anni contro 46,3 anni dei residenti totali e la presenza
maschile
è minore. Il 61,5% dei cittadini stranieri dimoranti in regione
proviene dall'Europa, il 19,7% dall'Africa, il 12,9% dall'Asia,
e il 5,8% dall'America.
Si innalza il livello medio d'istruzione della popolazione
residente di 9 anni e più, grazie alla crescita continua della
scolarizzazione e al conseguimento di titoli di livello
superiore. Rispetto al 2019 diminuisce nel complesso di quasi
mezzo punto percentuale la quota di popolazione con un basso
livello
d'istruzione: coloro che sono privi di un titolo di studio
passano dal 4,3% al 4,1%, le licenze elementari dal 15,8% al
15,4%, quelle di scuola media dal 26,6% al 26,2%. Nel contempo,
la percentuale dei diplomati e delle persone con istruzione
terziaria (e superiore) è aumentata di quasi mezzo punto
percentuale, attestandosi al 37,4% e al 16,3% rispettivamente.
L'analfabetismo o l'assenza di un titolo d'istruzione nella
regione sono lievemente più diffusi rispetto al contesto medio
nazionale (4,7% a fronte del 4,4%), ma i livelli più elevati di
istruzione a livello regionale risultano lievemente superiori
della media nazionale (i laureati con titolo di I e II livello
rappresentano il 15,9% contro il 14,5% nazionale).
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