Un appello affinché anche agli
stranieri non comunitari residenti sia concesso di votare alle
elezioni amministrative è stato inoltrato da Abdula "Duli"
Salihi, presidente dell'associazione culturale Rilindja che
rappresenta prevalentemente immigrati dell'Albania e della
Macedonia del Nord all'Aquila e in Abruzzo.
"Uno Stato democratico che esclude una parte cospicua dei
residenti e lavoratori - dice - dalla vita politica si
trasforma in uno Stato non democratico. Chi rifiuta la
rappresentanza degli immigrati rifiuta una visione liberale,
rifiuta il principio democratico della rappresentanza per cui un
uomo libero non può sottoporsi a leggi che non ha contribuito a
formare".
Quello di Salihi è un discorso di integrazione: "La comunità
macedone residente all'Aquila - ricorda - è la comunità non
appartenente all'Unione europea più numerosa: conta all'incirca
700 residenti. Poi viene la comunità albanese (oltre 500
residenti). Tutte queste persone sono fuori dal voto comunale,
mentre gli stranieri provenienti dai paesi dell'Ue possono
votare registrandosi quaranta giorni prima delle elezioni".
Di qui il paradosso, indicato da Salihi. "Le persone
provenienti da Paesi extracomunitari non possono votare se non
ottengono la cittadinanza italiana - spiega - però spesso la
cittadinanza viene utilizzata come gradino per andare via da
qui. Ossia, lasciare l'Italia verso altri Paesi. Il voto, al
contrario, dovrebbe completare invece l'integrazione".
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