Alla manifestazione "Le vittime
non hanno colpa" ha voluto essere presente l'avvocato Maria
Grazia Piccinini, madre di Ilaria Rambaldi, studentessa di
Ingegneria rimasta uccisa nel crollo della palazzina di via
Campo di Fossa. Dal suo caso, unito a quello di altre 4 vittime,
ha avuto origine la sentenza civile che attribuisce il 30% delle
colpe a chi è rimasto schiacciato dalle macerie. Una sentenza
che la signora Piccinini non ha esitato a definire "scandalosa".
"Mi auguro - ha detto - che questa sentenza non abbia seguito.
D'altra parte, si tratta di un provvedimento senza precedenti da
parte di un magistrato che più volte si è occupato del
terremoto, senza mai peraltro attribuire alle vittime alcuna
responsabilità né del 30% né del 15% o del 5%. Sono per questo
meravigliata. Le domande che mi faccio, dunque, è per quale
motivo questa sentenza? Perché proprio adesso? Perché proprio a
noi?".
Presente anche l'avvocato Wania della Vigna che ha seguito le
vicende dei parenti delle vittime per la Casa dello Studente o
per altri fabbricati di via Campo di Fossa. "Mi auguro che
questa sentenza venga ribaltata in appello - ha spiegato - anche
per scongiurare possibili ripercussioni in sede processuale
riguardo questa tragedia, ma anche altre vicende come il
disastro di Rigopiano o il terremoto di Amatrice".
"Noi cittadini e soprattutto noi familiari delle vittime
siamo solidali fra noi - ha detto Carla Esposito, zia di
Francesco giovane scomparso la notte del 6 aprile 2009 - Questa
sentenza non è affatto giusta anche perché rivanga un passato
che facciamo fatica anche solo a ricordare".
Tra gli interventi anche quello di Lilli Centofanti, sorella
di Davide, morto nel crollo della Casa dello Studente. "È un
provvedimento che getta fango sulle vittime e incertezza sui
vivi - ha valutato - ma una sentenza che al contempo ci riscopre
come comunità, in grado di portare avanti insieme le stesse
battaglie".
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