"Tutti i miei libri danno respiro
alla mia voglia di difendere bellezza, amore e libertà dalle
insidie della vita di tutti i giorni". Dall'aeroporto di
Barcellona, prima di imbarcarsi per l'Italia, in vista
dell'incontro promosso dall'università dell'Aquila in programma
mercoledì 18 ottobre (alle 18 nell'aula magna 'Alessandro
Clementi' del dipartimento di Scienze umane), Manuel Vilas
definisce così la sua ricerca come autore, con riferimento
particolare al suo ultimo libro 'Nosotros', uscito da poco in
Italia con il titolo 'Amor costante' (Guanda 2023), al centro
del confronto nel capoluogo abruzzese.
Attraverso un sonetto di Francisco Quevedo che dà il titolo
al romanzo, l'autore aragonese ricostruisce con abilità la
storia di Irene e di suo marito, in un romanzo che esplora i
confini della passione e del sentimento e, allo stesso tempo,
propone un viaggio nelle profondità dell'anima di una donna
intrappolata nel ricordo. La protagonista Irene ha vissuto una
storia totalizzante con Marcelo, un amore che supera la morte,
come quello di cui parla proprio Quevedo nei suoi versi. Quando
Marcelo scompare, Irene parte alla ricerca di quello che sono
stati, sulle orme dei luoghi visitati in precedenza.
"Ho dato al personaggio di Irene delle sfumature della mia
personalità, di quello che sono - spiega - naturalmente, lei nel
racconto va oltre, è un personaggio vivo. È molto passionale,
come dovremmo essere tutti del resto, perché non possiamo
trascorrere la nostra vita senza spenderla in passioni. La sua
ossessione nel vivere la relazione è erotica e a tratti si
lascia andare in momenti di ira, contro le gabbie del quotidiano
che talvolta sfociano in atti di violenza. È quasi un
personaggio punk".
Ma Vilas, quando scrive, fa sempre i conti con le dinamiche
del presente. "Non posso certo prendermela con il sistema, con
quello che chiamiamo il capitalismo - sottolinea - perché tutti
noi ne facciamo parte, approfittando delle tecnologie che ci
mettono in contatto". Vilas, che all'Aquila sarà affiancato
dalla traduttrice e insegnante Monica Bedana, è molto legato
all'Italia, come si evince dalla scelta del titolo 'In tutto c'è
stata bellezza', tra i suoi libri più acclamati. "Amo Fellini",
conclude.
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