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Coppa America: italiani di Alinghi, attenti a New Zealand
(dell'inviato Adolfo Fantaccini) (ANSA) - VALENCIA (SPAGNA), 8 GIU - La finale della 32/a America's Cup e' un grande rebus, che gli 'Alinghi's man' temono tantissimo, anche alla luce dei valori espressi dallo sfidante Emirates Team New Zealand nell'ultima serie di regate contro Luna Rossa Challenge, spazzata via con un 5-0 che non ammette repliche. E' il modo in cui i 'kiwi' si sono imposti sull'equipaggio italiano a suscitare qualche preoccupazione in seno al clan svizzero, ma anche l'affidabilita', lo spirito di abnegazione, la grinta e la determinazione messi in mostra dallo squadrone guidato da Dean Barker, che ha tutta l'intenzione di riprendersi una bella bella rivincita. Gli elvetici, che strapparono nel 2003 la coppa ai neozelandesi, andandoli a battere in casa loro, ossia nel mare di Auckland, sanno che ci sara' da soffrire per conservare il trofeo. E lo hanno ribadito i tre italiani, nel corso della conferenza stampa programmata nella base del team, nel porto di Valencia. ''New Zealand e' un avversario forte, il cui rendimento cresce di regata in regata - spiega Francesco 'Cico' Rapetti, addetto all'albero del team presieduto da Ernesto Bertarelli - Certo, sarebbe stato bello affrontare Luna Rossa in un derby tutto europeo, ma e' andata cosi'. Peccato. I neozelandesi sono molto forti e poi hanno voglia di riscatto, di vendicare la sconfitta del 2003. I 'kiwi' mi sono piaciuti tantissimo, nella finale della Vuitton Cup, sono stai perfetti. Per batterli, ci vorra' una barca veloce come la loro, in grado di esserlo soprattutto con condizioni di vento debole. Noi deteniamo la coppa e vogliamo difenderla a ogni costo. Nell'allestimento e nello sviluppo delle nostre barche hanno fornito il loro contribuito sia il timoniere Ed Baird sia Mike Drummond''. Claudio Celon giudica eccessivo il 5-0 inflitto da New Zealand alla Luna di Patrizio Bertelli. ''Questo risultato, in ogni caso, conferma che sono i piu' forti - ammette il regolatore delle vele di prua su Alinghi ed ex del team Prada - Non facciamo caso al fatto che, in teoria, siamo favoriti, perche' saremo comunque costretti a lottare e a vincere. I neozelandesi sono forti e non mollano mai, nemmeno a livello psicologico, attaccano sempre e non sono da prendere sottogamba. Noi, comunque, non lasceremo niente al caso, siamo pronti a sfidarli: in questi tre anni di Acts abbiamo conosciuto e valutato la forza dei nostri avversari, ci siamo misurati con tutti, non siamo certo appena sbarcati dalla luna. Anche noi siamo cresciuti, come team e anche come prestazioni della barca''. Lorenzo Mazza, terzo italiano a bordo del 'defender' elvetico, non accetta a priori il ruolo di favorito per la superfinale che partira' il 23 prossimo a Valencia. ''Noi non abbiamo preso parte alla Louis Vuitton Cup - osserva il regolatore delle vele - Ci attendono dei match race all'insegna dell'equilibrio, non credo che in questa parte finale, punteggi a parte, ci siano barche troppo superiori ad altre''. Alinghi puo' contare su due barche competitive (Sui 91 e Sui 100), ma anche su un equipaggio molto ben assortito, che comunque deve essere gestito in un certo modo. Anche facendo ricorso al turn-over, se necessario. ''Due gruppi come i nostri - aggiunge Rapetti - si gestiscono con grande armonia, facendo sentire tutti titolari. Tutti dovranno rimanere sulla corda e dovranno farlo fino alla fine''.