Primo piano
Alinghi, buona la prima
(ANSA) - VALENCIA (SPAGNA), 23 GIU - Una notizia buona e una meno buona per Alinghi, 'defender' dell'America's Cup, dopo la vittoria nella prima finale della 32/a edizione. La prima, lapalissiana, e' che ha conquistato il primo punto della lunga serie e questo rappresenta comunque un bel vantaggio; la seconda é che la Sui 100, all'esordio in una sfida ufficiale, non e' una barca molto piu' veloce di quella dei kiwi. Insomma, con vento debole o forte (poco importa), ci sara' battaglia, nel mare di Valencia, dove si assegnera' il trofeo velico piu' ambito e prestigioso. Il successo odierno dei rossocrociati, giunti sul traguardo con 35" di vantaggio, era stato ampiamente annunciato; pero', chi immaginava uno strapotere sia in partenza che di bolina, nelle strambate cosi' come nei vari incroci, forse, e' rimasto deluso. Perché Alinghi e' comunque la barca da battere, ma per conservare la mitica brocca argentata dovra' faticare. Forse anche parecchio. Niente sara' scontato e probabilmente non ci saranno altri 5-0 a Valencia. Intanto, Alinghi intasca il primo punto a guarda alla sfida- bis di domani pomeriggio con la consapevolezza di essere ancora l'equipaggio da battere: c'é molta Italia nel miracolo svizzero ideato, voluto e perfezionato da Ernesto Bertarelli, nato a Roma, ma trasferito da bambino nella patria delle banche, degli orologi e del cioccolato fondente, non certo della vela. E' in quel Paese cosi' vicino e allo stesso tempo cosi' lontano che il re della biotecnologia si e' inventato un'avventura fantastica e sublime, una favola su misura. La piccola Italia che c'é in Alinghi e' completata da Lorenzo Mazza e Francesco Rapetti, rispettivamente trimmer e uomo d'albero. Il resto lo fanno i neozelandesi: sono ben sei su Sui 100 e sembrano pronti a rivincere il derby tutto in casa con i connazionali che, invece, hanno scelto di rimanere sotto il bandierone. Non c'era Russell Coutts su Alinghi, ma Bertarelli ha vinto lo stesso. E a nulla e' valsa la grande partenza di Dean Barker, l'uomo che ha demolito le speranze di Luna Rossa, nella finale della Louis Vuitton Cup e che oggi si e' confermato talentuosissimo con il timone in mano. La sua partenza, ancora una volta, e' stata notevole. Solo che, dopo qualche metro con rotte parallele e con le mure a dritta, Alinghi ha preso il comando delle operazioni, cominciando a porre le basi per un successo meritato. La prima virata degli svizzeri porta una seperazione di 250 metri e al primo incrocio il vantaggio elvetico appare piu' netto. Alinghi spinge gli avversari verso la lay-line di destra e, dopo quattro incroci, conserva un vantaggio di 60 metri, che equivalgono a 13" al giro della prima boa di bolina. Il vantaggio sale a 90 metri, poi scende a 70 e infine si attesta sui 150 metri, che vuole dire tanto, tantissimo, in una finale. Alinghi gira la boa di sinistra del cancello di poppa con un vantaggio di una ventina di secondi, i kiwi scelgono la boa di destra, cercando soffi di vento che non ci sono. Buona la bolina di New Zealand, ma non basta, perché a trequarti del secondo lato, il team di Bertarelli conserva un vantaggio di 60 metri. Alinghi e' primo di 14" anche nella seconda boa di bolina, poi guadagna fino a raggiungere un vantaggio di 178 metri. In poppa gli elvetici sembrano fortissimi, forse sono imbattibili, pertanto volano verso un successo che solo le prossime regate dimostreranno se vale oro o se rientra nella sfera delle illusioni. (ANSA).