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ANSA.it - Speciale 32ma America's Cup

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New Zealand raddoppia, ma Alinghi c'e'

(ANSA) - VALENCIA (SPA), 26 GIU - Nemmeno Agatha Christie avrebbe potuto ideare un finale piu' ricco di suspence, di straordinaria intensita' emotiva, come quello al quale hanno dato vita Emirates New Zealand e Alinghi. Alla fine, dopo una serie interminabile di rovesci, clamorosi capovolgimenti di fronte, hanno vinto i 'kiwi', che adesso conducono per 2-1 sul 'defender', nella finale della 32/a America's Cup. Nell'ultimo lato del percorso e' accaduto di tutto, con Nzl 92 e Sui 100 fianco a fianco, impegnate a superarsi quasi senza soluzione di continuita', sempre pronte ad approfittare dei repentini salti di vento, del piu' piccolo refolo, mai disposti a mollare di un solo centimetro all'avversario. Bravi a non mollare tutti e due, belle e veloci le barche (anche con 6 nodi di vento), ma la differenza l'ha fatta il destino, che prima ha tolto ai neozelandesi, poi ha restituito loro l'ultimo e decisivo salto di vento che ha caratterizzato sfida-3 di una finale ancora tutta da prevedere. Non c'e' stato un solo attimo di respiro, neppure una piccola tregua: c'e' stata invece tanta battaglia, e una serie impressionante di colpi di scena, dall'inizio alla fine. Il primo scossone gia' in partenza, che avviene con oltre due ore di ritardo rispetto al previsto (per via delle bizze del vento): lo da New Zealand, che concede una quarantina di metri di vantaggio ad Alinghi e, rispetto a quanto era avvenuto nelle precedenti due regate, rimane alle spalle degli svizzeri, che pero' rimangono in testa per poco. Alinghi, che parte a sinistra, si separa fino a 800 metri ma, alla prima virata, accusa gia' un ritardo di 80 metri rispetto agli avversari. Un brutto presagio. Da quel momento, la situazione per Brad Butterworth e i suoi diventa drammatica, almeno sotto il profilo agonistico: Alinghi, infatti, vede aumentare a dismisura il proprio ritardo e comincia a temere una disfatta simile a quella di Luna Rossa. Nel giro di qualche minuto, New Zealand vola a +131 metri, poi a +262 e infine a +321. Alinghi non riesce a tamponare l'emorragia di metri, continua a perderne parecchi, troppi, il tutto a beneficio dei 'kiwi', il cui vantaggio sfiora perfino i 400 metri. Nessuno puo' immaginare come potranno perderla, questa regata, Dean Barker e i suoi. Il distacco e' quasi incolmabile. Gia', quasi. Dopo avere girato la prima boa di bolina con 1'23'' di ritardo, infatti, gli elvetici cominciano a risalire la china e ad accorciare notevolmente il divario nel lato di poppa, portandolo a 250 metri. Il resto lo fa il fato: New Zealand va in tilt all'ammainata del gennaker, fa cadere il prodiere Jeremy Lomas dallo scafo, quindi comincia a perdere, girando la boa di poppa con 'solo' 1'02'' di anticipo. Da quel momento gli svizzeri scatenano la bagarre: si portano prima a -130 metri, poi a -80, a -55, a -37 e infine agganciano gli avversari, che continuano a perdere e si trovano a inseguire. A meta' della prima bolina le due barche sono affiancate, in posizione parallela con le mure a sinistra. Alla boa di bolina, Alinghi gira con un vantaggio di 15'', ma non e' ancora finita. Anzi, il bello viene adesso. Dopo essersi trovati con un vantaggio di 178 metri, i 'defender' quasi si bloccano in una zona del campo di regata dove non l'aria e' ferma e New Zealand perfeziona il secondo sorpasso; Alinghi reagisce e si riporta al comando, le barche procedono nell'ultimo lato affiancate, ma sono i 'kiwi' ad azzeccare il soffio giusto e a precedere di 25'' gli avversari.



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