Primo piano
Coppa America: trionfo Alinghi, disperazione New Zealand
(ANSA) - VALENCIA (SPAGNA), 3 LUG - La vittoria ottenuta oggi da Alinghi e' lo specchio di una Coppa America equilibrata, che non ha comunque tradito i pronostici della vigilia: tutti (o quasi) indicavano New Zealand nel ruolo di sfidante di Alinghi per la conquista del trofeo. Nessuno (o quasi) se la sentiva, pero', di sbilanciarsi sull'esito della sfida finale. Gli appassionati di vela erano tuttavia divisi a Valencia: c'era il partito di chi sperava di tornare in Nuova Zelanda, per una nuova, affascinante e appassionante sfida, e quelli del 'movimento anti-Alinghi'. Il consorzio svizzero, che ha organizzato una manifestazione per tutti e non per pochi - facendo storcere il naso agli snob di ogni generazione - era accusato di avere infranto ogni regola del buoncostume. E poi, quel team da sempre e' considerato svizzero solo sulla carta, poiche' in realta' si tratta di una multinazionale della vela, con italiani, neozelandesi, statunitensi, spagnoli, australiani, canadesi, olandesi e un solo velista rossocrociato a bordo. Nell'ultima regata disputata oggi a Valencia, con condizioni di vento finalmente degne di una sfida cosi' importante, Alinghi ha prima di rischiato di perdere, poi di vincere, quindi di stravincere e alla fine di veder vanificare tutto il lavoro svolto fino a quel momento, a causa della rottura del tangone. La differenza l'ha fatta una penalita', che i neozelandesi - in testa di un'ottantina di metri nei pressi del traguardo - forse hanno scontato con eccessiva fretta. Una manovra sbagliata, come quella che aveva obbligato la giuria a penalizzarli poco prima della boa di bolina: e' stato a quel punto che Nzl 92, dopo avere virato sulla layline di sinistra, ha tentato una manovra spericolata per guadagnare l'interno della boa, facendo cosi' scattare la penalita'. Una mazzata violentissima sul capo di Grant Dalton, Deam Barker, Terry Hutchinson e compagni. A quel punto nessuno avrebbero scommesso un centesimo sul successo dei 'kiwi'. Invece, a poche decine di metri dall'arrivo, Alinghi si ferma, perche' si rompe il tangone e lo spinnaker cade in acqua, cadono in mare anche le speranze degli svizzeri di poter chiudere il conto senza palpitazioni o sorprese. La disperazione si sostituisce alla gioia per la vittoria imminente e New Zealand passa a condurre. Sembra fatta per i 'kiwi' che devono pero' scontare una penalita' e, mentre girano su se stessi come da regolamento, Alinghi riesce a mettere la prua sul traguardo davanti a quella degli avversari. A bordo di Sui 100, dalla disperazione si torna alla gioia, mentre i neozelandesi sembrano distrutti, c'e' anche chi piange. Peggio di cosi', la finale della 32/a America's Cup, non si poteva concludere per loro. E pensare che fino a qualche giorno addietro conducevano addirittura per 2-1 sugli avversari. Chi l'avrebbe mai detto? La delusione di oggi, per i 'kiwi', supera di gran lunga quella del 2003, quando vennero sconfitti in casa per 5-0 proprio da Alinghi e chiusero la serie con l'albero spezzato. Cioe' nel dramma e nel caos piu' totale. Per uno strano scherzo del destino, le sconfitte contro Alinghi hanno sempre il sapore della tragedia per i neozelandesi, il futuro del team era legato solo alla possibile riconquista della Coppa America. Le risorse economiche scarseggiano e ciascun componente dell'equipaggio sara' costretto a immaginare un futuro lontano da casa. La Coppa America rimane dunque in Europa grazie al successo di Alinghi che ha dimostrato di poter essere grande anche senza Russell Coutts. Gli uomini passano, dalle parti della Societe' Nautique de Geneve, le vittorie invece si ripetono.(ANSA)