(ANSA) - TRENTO, 6 SET - Il cambiamento è già qui, ma non vogliamo accorgercene. Eppure offrirebbe i posti di lavoro che tanto mancano.
Sono i concetti messi in campo a Trento da Jeremy Rifkin, economista e saggista americano, consulente dell'Unione europea e di leader di vari Paesi del mondo.
Rifkin ha parlato in un incontro nella sede della Fbk, in cui ha presentato il suo ultimo libro, 'La società a costo marginale zero: l'Internet delle cose, l'ascesa del Commons collaborativo e l'eclissi del capitalismo', edito Mondadori e uscito in Italia in questi giorni, con traduzione di Luca Vanni, con suggerimenti alla traduzione italiana di Angelo Consoli, European office director di Rifkin. A presentare l'economista a Trento è stato Marco Santarelli, esperto in fisica sociale e analisi delle reti, associato di ricerca per enti internazionali e direttore di Network, istituto di ricerca e sviluppo trentino.
"Come prima cosa - ha detto Santarelli, esperto in analisi delle reti reduce dal tour estivo in Abruzzo de "La scienza in valigia" con il robot Biro - questo libro ci pone di fronte a una realtà che non possiamo più ignorare: la rivoluzione - necessaria - della nostra società, caratterizzata da un utilizzo massiccio di fonti fossili e fortemente inquinanti per il nostro pianeta, può e deve avvenire con la produzione e il consumo dell'energia attraverso uno studio approfondito delle cose che circondano (sole, vento, calore della Terra...) e che vengono fatte interagire, intrecciate, a formare una rete, come quella di Internet. Da qui - ha aggiunto - bisogna creare un'infrastruttura intelligente formata dal virtuoso intreccio di Internet, delle comunicazioni, dell'energia e della logistica".
"Insegno alla facoltà di economia più famosa del mondo - ha detto Rifkin, docente all'Executive Education Program della Wharton School alla University of Pennsylvania - e da sempre gli imprenditori sono alla ricerca di innovazioni per ridurre i costi marginali e mai avrebbero pensato che sarebbe stata quella che sta portando alla riduzione quasi a zero del costo marginale di alcuni beni e servizi. Il paradosso è che per la prima volta la 'mano invisibile' del mercato non porta al successo del capitalismo, ma alla crescita di un forte partner che è l'economia della condivisione". Come esempi ha fornito ciò che è già accaduto nell'informatica, nell'editoria, per la musica, per i video, per la televisione e nella conoscenza. "I giovani condividono tutto - ha affermato - e il punto ora è gestire non solo l'Internet della comunicazione, ma anche Internet dei trasporti e delle rinnovabili: produrre da soli e condividere".
Il concetto che cambia è quello della proprietà, che perde valore rispetto alla condivisione, elemento che oggi tra i giovani, secondo Rifkin, è quello che costituisce e fornisce valore sociale. (ANSA).
Internet delle cose, strada di Rifkin per mondo neogandhiano
L'economia della condivisione si prende spazio sul capitalismo