(ANSA) - L'AQUILA, 6 FEB - "La riunione indetta da Bertolaso
va ricondotta al paradigma delle 'ricognizioni, verifiche e
indagini' che 'in ogni momento' il capo della Protezione Civile
può richiedere ai componenti della commissione Grandi Rischi": è
questo il valore che la Corte d'Appello dà alla riunione della
Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009 basando la posizione
sull'assenza "del numero legale di 10 componenti in coerenza con
le effettive modalità di convocazione (con lettera inviata la
sera del 30 marzo 2009 dal capo del dipartimento Bertolaso
soltanto ai quattro componenti della Cgr 'esperti del settore
rischio sismico') e con lo sviluppo della discussione".
La Corte d'Appello sottolinea che i componenti effettivi
della Cgr presenti erano Barberi, Boschi, Calvi ed Eva e che De
Bernardinis partecipò come vice capo del Dpc in sostituzione di
Bertolaso che aveva indetto la riunione, e in tale veste
"rappresentava la massima autorità di Protezione Civile
interessata alla consulenza degli esperti di rischio sismico",
ma lo stesso De Bernardinis era "funzionalmente estraneo alla
Cgr ed infatti si limitò ad introdurre temi della riunione,
senza operare valutazioni di sorta e poi a presiedere la
conferenza stampa.
Dolce, direttore dell'ufficio rischio sismico del Dpc "era
anch'egli funzionalmente estraneo alla Cgr pure se partecipò
alla condotta di valutazione". Secondo i giudici di appello
l'obiettivo della riunione era di informare i cittadini e che
non è certo che contrariamente a quanto dichiara il tribunale
gli scienziati sapevano del comunicato stampa diffuso il giorno
prima e che erano a conoscenza dell'obbligo di informare i
cittadini del contenuto delle loro valutazioni.(ANSA).