(ANSA) - L'AQUILA, 6 DIC - "Il messaggio, che oggi si innalza
da questa piazza, è destinato a superare i confini della nostra
città e testimonia che solo la fratellanza tra le nazioni
consente di vincere le sfide, spesso drammatiche, che
attraversano la nostra storia e apre, per il futuro, vie sicure
di solidarietà, di giustizia e di pace". Lo ha detto il
cardinale, Giuseppe Petrocchi, arcivescovo metropolita
dell'Aquila, prima della riapertura della Chiesa di Santa Maria
del Suffragio, anche detta delle Anime Sante, grazie ad un
finanziamento congiunto dei Governi italiano e francese.
"Siamo partecipi di un evento importante - ha aggiunto - che
rimarrà scritto a caratteri indelebili negli annali dell'Aquila.
Zone della città devastate e 'occupate' dallo 'spettro' del
terremoto, con il suo potere di morte, sono state liberate e
restituite alla vita. Così è stato dato 'scacco matto' al
terribile sisma, che si è abbattuto su L'Aquila nel 2009: non
solo ricostruendo dove ha prodotto rovine, ma traendo vantaggio
proprio dai danni che esso ha arrecato. In tale dimensione
l'inaugurazione di questa chiesa, diventata simbolo del
terremoto, supera il semplice perimetro del recupero edilizio e
rende l'evento segno profetico di una vittoria sulla furia
distruttiva del sisma, aprendo importanti varchi di speranza nel
futuro della città e nel suo sistema architettonico-urbanistico.
Ecco perché questa chiesa è un monumento alla tenacia e
all'amore che sa risorgere: più forte di ogni spinta angosciante
e disgregativa".
"Purtroppo - ricorda il cardinale - il pensiero non può non
andare alla cattedrale di san Massimo. Nonostante l'apprezzabile
volontà di riscatto architettonico, espressa da vari soggetti
pubblici, si vede - con dolore - che la ricostruzione del Duomo
non è ancora partita. Tuttavia, recenti segnalazioni hanno
alimentato l'attesa che i progetti di restauro vengano
rapidamente messi in opera".
"Anche a nome della Comunità ecclesiale aquilana - conclude -
mi si consenta di esprimere una speciale riconoscenza agli amici
francesi che con sollecitudine generosa hanno contribuito alla
riapertura di questo edificio sacro".(ANSA).