(ANSA) - PESCARA, 3 LUG - "Risse, accoltellamenti, stupri,
atti intimidatori, scippi, rapine e sangue sulla strada: ormai
sono anni che denuncio una crescente emergenza sicurezza a
Pescara e nell'ultimo anno vi è stata una impennata dei casi da
far paura. Sono diventato il bersaglio numero uno delle
istituzioni e dei vertici degli organi deputati al controllo del
territorio perché il problema sembra essere il sottoscritto che
denuncia".
"Nel mentre le strade si macchiano di sangue (l'ultimo caso è
di poche ore fa) - sottolinea - ci si ostina a dire che non vi è
una emergenza sicurezza a Pescara e che i reati sono in calo.
Allucinante. Vorrei ricordare a lor signori delle istituzioni
(che oggi mi considerano un nemico, un appestato da non
invitarmi nemmeno più agli incontri istituzionali) che domani,
quel sangue, potrebbe essere di ognuno di noi. Come lo è stato
qualche anno fa in Via Caduti per Servizio".
"Vi spiego come funziona: è scomodo ammettere la verità e
darmi ragione. Riconoscere l'emergenza sicurezza significa per
le Istituzioni ammettere di aver fallito e questo non lo faranno
mai. Ma se serve per salvare delle vite umane va fatto. E
subito! L'unica strada per uscire da questo vortice
inarrestabile è riconoscere l'emergenza sicurezza in alcune zone
calde di Pescara. Una volta riconosciuta l'emergenza , il
responsabile provinciale della sicurezza e dell'ordine pubblico
invia una richiesta al Ministro dell'Interno e il Ministro non
potrà rifiutare. La richiesta a mio avviso deve essere questa:
più uomini delle forze dell'ordine, unità mobili blindate (che
oggi non sono di stanza a Pescara) al servizio stabile della
città, supporto dell'esercito per l'attivazione del programma
'Strade Sicure'. Una volta ottenuto ciò si dovrà procedere ad
istituire presidi fissi (che possono comprendere blindati e
pattuglie miste polizia-esercito) nelle zone ove insiste
l'emergenza e cioè: Rancitelli-Ferro di Cavallo, Fontanelle-Via
Caduti per Servizio, Via Rigopiano-case popolari, Area di
risulta-quadrilatero centro. Solo cosi si potrà arginare
l'emergenza sicurezza in corso, ma per fare questo bisogna
riconoscere l'emergenza".
Secondo Pettinari "fino a quando i vertici istituzionali
preposti alla sicurezza e all'ordine pubblico diranno che a
Pescara non vi è emergenza il problema non potrà mai essere
risolto. Cosa accadrà se non verrà decretata l'emergenza
sicurezza? Le forze di polizia continueranno a fare interventi a
fatto accaduto come sta succedendo e non riusciranno mai a
prevenire tutti i fenomeni di sangue. O peggio, interventi ad
orologeria che servono solo in quel momento, ma nell'attimo
successivo, quando le pattuglie andranno via, tutto tornerà come
prima. Non voglio dare lezioni a chi ne sa più di me, ma da
oltre 15 anni combatto nei quartieri a rischio della mia
Regione, ho diretto una organizzazione antiracket e antiusura e
sono stato minacciato di morte diverse volte. L'esperienza mi fa
ricordare che quando nel 2011 istituirono per soli tre mesi il
programma 'strade sicure' in Via Caduti per Servizio con il
supporto dell'esercito non si muoveva più un foglia e quel
quartiere era diventato il 'paradiso'. Tutti i cittadini lo
ricordano cosi".
"Voglio ricordare - prosegue Pettinari - altresì che la
politica deve fare la sua parte. Esiste un organismo regionale
al quale partecipa anche il presidente di Regione. Chiedo quindi
di convocare immediatamente la Conferenza regionale delle
Autorità di Pubblica Sicurezza alla quale partecipano i
Prefetti, i Questori, i Generali comandanti regionali dei Corpi
militari e delle Forze dell'Ordine perché il caso deve essere
affrontato ad un livello superiore nel quale la Politica
regionale deve dare il proprio indirizzo. Ricordo che la Regione
Abruzzo e la città di Pescara sono governate dal centro destra
che in tema di sicurezza lascia molto a desiderare. Nel mentre
sto scrivendo mi stanno chiamando cittadini da Rancitelli, Via
Rigopiano e Fontanelle. Lì vi sono le più grandi piazze della
droga d'Abruzzo. Si sta spacciando droga. Stanno incassando
soldi, soldi sporchi, tanti soldi e se ne stanno indisturbati
all'interno di case popolari che occupano abusivamente e le
sottraggono ai cittadini onesti che ne hanno diritto. I tanti
cittadini onesti sono costretti ad abbassare la testa perché
quando denunciano ciò che vedono vengono brutalmente picchiati.
E' questa una terra tranquilla?". (ANSA).