(ANSA) - L'AQUILA, 19 DIC - Una trappola per catturare la luce e aiutare nel percorso verso la comprensione della natura dei neutrini, le misteriose e sfuggenti particelle presenti nell'universo. Si chiama 'Arapuca' e l'hanno ideata Ana Amelia Bergamini Machado ed Ettore Segreto, fisici dell'Università brasiliana di Campinas, impegnati nella collaborazione dell'esperimento Dune, Deep Underground Neutrino Experiment, in funzione al Fermilab di Chicago. Un'intuizione per la quale Ana Amelia ed Ettore, coppia nella vita e nel lavoro, hanno ricevuto dall'American Physical Society il Dpf Instrumentation Award, riconoscimento assegnato annualmente a scienziati le cui ricerche sono ritenute eccellenze nella strumentazione nel campo della fisica delle particelle. Una passione che li fece incontrare nel 2007 nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell'Infn, all'Aquila, dove lei arrivò dal Brasile come ricercatrice visitante e lui studiava partecipando a collaborazioni internazionali. Il loro 'Arapuca' - il cui primo esemplare è un piccolo contenitore di teflon con fotomoltiplicatore in silicio - è stato considerato innovativo nell'impiego di rivelatori che utilizzano argon liquido. La tecnologia di Arapuca è ora impiegata al Fermilab, nello Sbnd, Short-Baseline Near Detector, ed è stata testata con successo, perché il segnale appare molto più efficiente, nel prototipo di Dune al Cern. Quella di Ana Amelia ed Ettore è la storia di due studiosi che vivono la ricerca con entusiasmo ed è questo che ha reso vincente la loro intuizione, talmente innovativa che per sostenerla hanno ricevuto in Brasile consistenti finanziamenti da Fapesp, Fondazione di San Paolo per la ricerca, e dal CNPq, il ministero della Scienza, Tecnologia, innovazioni e comunicazioni. Una storia fatta di incontri, contatti, scambi, casualità. Ana Amelia, cresciuta a Curitiba, città modello brasiliana, arrivava nel 2007 in Italia come ricercatrice visitante: due lauree in Fisica conseguite all'Universidade Federal do Paran (Ufpr), un dottorato in collaborazioni con il Fermilab di Chicago e il Cern, aveva sempre considerato i Laboratori del Gran Sasso un mito. Resta all'Aquila fino al 2015, insieme a Ettore che nel frattempo diventa suo marito, con borse di studio, assegni di ricerca, post dottorati. Finché lui, dopo l'esperienza sul prototipo del rivelatore Icarus T600 e vari assegni di ricerca, per anni ricercatore precario dell'Infn, vince un concorso e ottiene una cattedra all'università di Campinas. Quando decidono di trasferirsi in Brasile, dove Ana Amelia torna con un contratto equivalente al 'rientro di cervelli', scoprono le opportunità offerte dall'ateneo brasiliano e portano avanti il loro progetto attinente la fisica dei neutrini: costruiscono la piccola 'trappola' con teflon e fotomoltiplicatori in silicio, con la collaborazione di Leo Tatananni, tecnico dei Laboratori del Gran Sasso, e la chiamano Arapuca, termine usato dagli indigeni Guaranì per indicare una gabbia per intrappolare gli uccelli. "Con questo premio dell'American Physical Society siamo insieme ai grandi della fisica - commenta emozionata Ana Amelia - Soprattutto siamo impressionati dal fatto che per la prima volta il Dpf viene assegnato a due studiosi che lavorano insieme. La commissione che lo attribuisce tiene in considerazione, infatti, non solo la portata del contributo scientifico dello studioso, ma anche il suo curriculum vitae". "E' una notizia tanto bella quanto inaspettata - aggiunge Ettore - Ringraziamo tutti quelli che ci hanno supportato e continuano a farlo: le Collaborazioni Dune e Sbnd, la Fapesp, il CNPq, il Fermilab, il nostro Istituto di Fisica (Ifgw), l'Unicamp che ci ha accolto a braccia aperte e tutti i ricercatori che hanno creduto in questa idea e ci stanno accompagnando in questa avventura". Ora a Bergamini Machado e Segreto la Fapesp ha dato l'incarico di avviare una 'scuola di neutrini', per incentivare scambi internazionali di studenti e studiosi. (ANSA).
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