(ANSA) - TERAMO, 23 MAR - "Il decreto di ieri del presidente
del Consiglio Conte prevede la fermata per tutte le aziende
metalmeccaniche che non operano in settori strategici per il
superamento dell'emergenza Coronavirus. In provincia di Teramo
molte aziende si sono subito attenute a tali disposizioni ed
hanno immediatamente fermato le attività.
"Per le organizzazioni sindacali chiedere che si fermi una
fabbrica è sempre un sacrificio, ma, adesso più che mai, viene
prima la salute - scrivono i segretari provinciali di Fiom Cgil
Mirco D'Ignazio e Fim Cisl Marco Boccanera - Non si possono
tenere le fabbriche, la cui attività non è necessaria, aperte
consentendo che decine, a volte centinaia di persone, lavorino a
stretto contatto con un rischio contagio altissimo: si
metterebbe a rischio la salute dei lavoratori coinvolti e si
rischierebbe di vanificare i sacrifici che si stanno chiedendo a
tutte e tutti".
Da qui la richiesta al Prefetto di fermare quelle fabbriche
che, secondo i sindacati starebbero provando a "forzare le
mano". "Non è possibile, infatti - continuano i due sindacalisti
- che con la scusa di mettere in sicurezza impianti e macchinari
che non possono essere spenti per motivi di sicurezza
(operazione che consentirebbe l'occupazione solo di qualche
lavoratore) si facciano lavorare tutti gli operai portando
avanti le produzioni come se nulla stesse accadendo. Così come
non è possibile sfruttare la possibilità di completare le
attività necessarie alla sospensione fino a mercoledì 25 (in
particolare la spedizione della merce in giacenza) per andare
avanti fino a quella data come se il blocco non fosse
immediato". (ANSA).
Coronavirus: sindacati, stop alle aziende metalmeccaniche
Chiesto al prefetto di fermare le aziende non strategiche