(ANSA) - L'AQUILA, 7 APR - Il Decreto MISE del 25 marzo 2020,
emanato al fine di contenere e gestire l'emergenza
epidemiologica dovuta al COVID-19, ha individuato le attività
economiche ritenute non essenziali e ne ha sospeso
l'operatività: di conseguenza in Abruzzo è stata sospesa
l'attività di 90.607 imprese e 263.
Considerando le imprese registrate al 31 dicembre 2019, in
termini assoluti Pescara è la provincia nella quale ne è stato
sospeso il maggior numero (24.544 pari al 27,1% del totale
regionale), mentre Chieti registra il maggior numero di addetti
sospesi (86.648 cioè il 32,9%). Le situazioni sono differenziate
a livello provinciale a causa della loro diversa
specializzazione settoriale e dimensione media aziendale: mentre
L'Aquila e Pescara emergono per quota delle imprese sospese
(rispettivamente 65,0% e 65,3%), Teramo e Chieti rilevano il
maggior peso degli addetti sospesi 63,9% e 62,7%).
I settori economici sono stati diversamente colpiti
dal Decreto. Alla sospensione completa delle attività
immobiliari e quelle artistiche sportive e di intrattenimento,
si è accompagnata la chiusura quasi totale delle imprese
operanti nelle altre attività di servizi (94,0%), delle attività
di alloggio e ristorazione (92,9%), dell'estrazione di minerali
(88,6%), del commercio (86,6%), delle costruzioni (76,9%). Gli
effetti economici saranno considerevoli tenuto conto che,
secondo una prima stima dell'Istat, le imprese sospese in
Abruzzo producono un fatturato pari a circa il 47% del totale
regionale. (ANSA).
Coronavirus:Cresa,ferme 90mila imprese e 263mila lavoratori
Decreto Mise coinvolge il 60,9% delle imprese e 61,4% addetti