(ANSA) - PESCARA - "La rete di presidi ospedalieri dedicati al Covid che si sta delineando in Abruzzo ci consente di iniziare a programmare un piano per la riapertura di tutti i servizi sanitari, ripristinando l'assistenza che eravamo stati costretti a rimodulare per far fronte all'emergenza". Così l'assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì che ricorda come ogni Asl abbia individuato una struttura di proprietà da allestire o riconvertire per il Covid.
"Gli interventi sono a buon punto - spiega l'assessore Verì - in un secondo momento si procederà a potenziare i servizi collaterali, come implementazione del laboratorio analisi, per disporre di un presidio efficiente e attrezzato, distinto e isolato dal resto dei reparti, sui quali però potrà contare (con protocolli di sicurezza) per far fronte a esigenze sanitarie particolari che dovessero verificarsi". Tra i reparti Covid: ad Atessa (Chieti) sono iniziati i ricoveri dei primi pazienti, trasferiti da altri ospedali della provincia; al momento, vengono presi in carico pazienti con quadro clinico a bassa e media intensità, in collaborazione con le unità operative di malattie infettive di Chieti e Vasto. L'investimento per l'adeguamento è di un milione e mezzo di euro, in parte finanziato da una cordata di imprenditori. A Pescara, provincia con il più alto numero di pazienti positivi in Abruzzo, saranno riconvertiti 4 piani dell'edificio ex Ivap, inutilizzato da diversi anni, in cui verranno ricavati 214 posti letto, di cui 40 di terapia intensiva. L'investimento complessivo è di circa 11 milioni di euro, di cui 7 finanziati dalla Protezione civile nazionale, 3 dalla Banca d'Italia, il resto a carico della Asl. La nuova ala Covid, adiacente all'ospedale Santo Spirito, sarà (come all'Aquila) distinta e isolata dagli altri padiglioni del nosocomio cittadino, ma potrà sfruttarne competenze e tecnologie in caso di necessità. Nel frattempo, oltre ai posti letto riconvertiti nel Santo Spirito, ne sono stati attivati 23 al 'San Massimo' di Penne, che dispone anche di 4 posti di rianimazione. La Asl di Teramo ha riconvertito in tempi brevissimi il presidio ospedaliero di Atri che da diverse settimane accoglie i pazienti Covid, aumentando la dotazione di posti letto in terapia intensiva e aprendo alla sperimentazione di nuovi farmaci e terapie. Al 'San Liberatore' sono attivi 79 posti letto ai quali si aggiungono quelli attivati nel terzo lotto (ex Sanatorio) del 'Mazzini' di Teramo: 37 in totale, di cui 17 di rianimazione. La Asl, per le opere di messa in sicurezza (soprattutto percorsi dedicati) e trasferimento, ha investito circa 500 mila euro. "Siamo ancora in piena emergenza - puntualizza Verì - e anche se i numeri sembrano fornire qualche spiraglio di speranza, dobbiamo essere pronti ad affrontare qualunque scenario (anche il peggiore, che speriamo non si prospetti mai) in totale sicurezza ed efficienza. In queste settimane di crisi sanitaria, il nostro sistema regionale, troppo spesso criticato ingiustamente, ha dimostrato invece di essere in grado di far fronte a situazioni imprevedibili e di forte stress su strutture e operatori. A breve, con l'entrata in funzione di tutte le strutture dedicate, potremo gradualmente tornare a una sorta di normalità sanitaria negli altri presidi, ben sapendo però che con il Covid dovremo continuare a convivere ancora per lungo tempo". (ANSA)
Leggi l'articolo completo su ANSA.it