Abruzzo

>ANSA-INTERVISTA/ Mattoscio, contrario a lockdown, crisi imprese

Docente, mai separare lavoro e salute; soldi ci sono, Stato no

Redazione Ansa

(di Luca Prosperi) (ANSA) - Pescara, 16 apr - "C'è semmai un eccesso di liquidità: la Bce pur con tutti i limiti del caso, ne ha forniti di mezzi. I soldi ci sono, ma vorrei usare una metafora: se dai da bere al cavallo ma il cavallo non vuole bere, puoi mettere tutta l'acqua che vuoi nella ciotola. Il fatto è che a differenza del 2009 quando la crisi fu soprattutto finanziaria, qui la crisi è dell'economia reale. Se non riparte quella, c'è poco da fare". Lo dice all'ANSA Nicola Mattoscio, professore universitario, Presidente della Fondazione Brigata Maiella, ex presidente della Fondazione PescaraAbruzzo. Mattoscio è fortemente critico su alcune posizioni emerse in queste settimane: "Qui si è scelto lo slogan 'prima la salute' - dice infatti - si è contrapposta la salute al benessere sociale, ma è una falsa contrapposizione, è ideologica. Le due cose sono legate: non ci può essere separazione tra condizioni economiche e risvolti sociali. Un conto è fermare le cose per 15 giorni, un conto è fare come ha fatto il governo italiano: noi le conseguenze di questa scelta le pagheremo a lungo. Provo a fare un paragone: quando i partigiani della Brigata Maiella decisero di fare la guerra di Liberazione non dissero 'prima la salute' se no se ne sarebbero rimasti nei loro paesi. Decisero di dire 'prima la libertà'. Penso che alcuni esponenti della sinistra al governo abbiano di fatto tradito questa tradizione: quando mai il mondo del lavoro ha detto prima la salute? Prima semmai la libertà e le condizioni sociali. Io prima di dichiarare lockdown ci avrei pensato mille volte".
    Come sta l'Abruzzo di fronte a questa crisi? "Dato per scontato che da noi, da decenni non esiste un settore bancario territoriale, a parte le lodevoli presenze delle Bcc, qui ci sono banche nazionali con la stessa logica - chiarisce - servirebbe una maggiore velocità per rispondere ai mancati incassi, ai salari, alla Cig, ai fornitori. Di fronte a questa effetto choc esogeno serve un'altra manovra choc esogena sulla liquidità. E invece da un mese e mezzo tutto è fermo. Da qui si vede l'efficienza generale dell'amministrazione pubblica. Ma io ripeto che i sindacati in questo non hanno capito che lo smart working per la PA, oltre ad aver creato dei privilegiati ha reso evidente l'inefficienza della pubblica amministrazione, ecco perché non arrivano soldi alle imprese. Il Governo ha fatto quello che doveva, è operativo, è la macchina dello Stato che è evanescente. Sulla Cig in Abruzzo direi che è coperta finanziariamente, che non ci sono vincoli e l'Ue l'ha detto forte. E' l'Inps che non è nelle condizioni. Ma, ripeto, fossi stato nel sindacato avrei chiesto integrazioni col lavoro, con la manutenzione degli impianti", chiude Mattoscio.
    (ANSA).
   

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