(ANSA) - PESCARA, 30 APR - "Nel settantacinquesimo
anniversario della Liberazione dal fascismo e dal nazismo,
l'intitolazione di una via a Norma Cossetto non è un grande
gesto e non rappresenta altro che la posizione di una parte
politica volta a rilanciare una visione delle vicende che vede
contrapposti gli italiani buoni e vittime, mai carnefici, agli
slavi cattivi ed aguzzini, dimenticando l'intero contesto nel
quale maturarono quei fatti. L'amministrazione comunale, dal
momento della sua entrata in carica, ha affrontato qualsiasi
argomento con un approccio meramente ideologico che non giova a
nessuno". Così Anpi e Arci, attraverso una nota, in seguito
all'approvazione della mozione presentata dalla Lega, avvenuta
oggi pomeriggio in Consiglio comunale a Pescara, con il voto
delle forze che compongono la maggioranza di centrodestra."Ogni
crimine, a prescindere da chi lo perpetra, resta sempre tale e
ciò vale anche quando i responsabili furono i partigiani titini
- proseguono le due associazioni - ma tale circostanza non può
offendere la storia né la verità, che è molto più complessa di
quella raccontata in una serie di pubblicazioni degli ultimi 60
anni. Norma Cossetto fu una delle vittime, che si contarono a
decine di milioni, della grande tragedia mondiale del 1939-45 -
si legge nella nota - e va ricordato, al di là del suo ruolo
svolto all'interno dei Gruppi universitari fascisti, che era
figlia di Giuseppe Cossetto, ricco possidente e tra i più in
vista dei gerarchi fascisti dell'Istria, combattente del 134°
battaglione d'assalto delle Camicie Nere, reparto impegnato
proprio in quei giorni in feroci e sanguinose azioni, insieme ai
nazisti, contro i partigiani e la popolazione civile".Secondo
Anpi e Arci Pescara, "Norma Cossetto non è il modello che
incarna il sacrificio di tantissime donne che ancora oggi sono
oggetto di violenza, di discriminazione, di sopraffazione,
perché un modello non guarda ad una parte in particolare e non
deve essere utilizzato per fini politici. Avremmo avuto, nel
nostro territorio - osservano le due associazioni - una donna
morta per salvare un'altra donna molto più giovane di lei dalla
violenza carnale dei militari tedeschi, si chiamava Concetta
Stromei, aveva 77 anni, era di Tocco da Casauria (Pescara) e fu
uccisa a calci e pugni". (ANSA).
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