Abruzzo

Pop. Bari: coordinamento,nessun cambio di rotta da nuovo Cda

Lidu, azioni giudiziarie unica strada per tutelare risparmiatori

Redazione Ansa

(ANSA) - PESCARA, 16 DIC - "L'auspicato cambio di rotta rispetto al passato da parte del nuovo Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Bari con conseguente apertura alle istanze dei risparmiatori non c'è stato". Lo afferma il Coordinamento interregionale Abruzzo, Molise, Puglia e Calabria a due settimane dalla richiesta, inoltrata ai vertici della Banca, di istituire un tavolo delle trattative volto a dirimere in via bonaria le controversie con i risparmiatori.
    Del coordinamento fanno parte l'Osservatorio sui fenomeni di usura, estorsione e sovraindebitamento della Lega Internazionale per i Diritti dell'Uomo (Lidu) Abruzzo e Molise, l'associazione nazionale "Dalla Parte del Consumatore", la Confconsumatori Brindisi, l'Acu Calabria e la Confconsumatori Brindisi, che nelle scorse settimane avevano proposto ai vertici della Banca Popolare di Bari l'istituzione di un tavolo delle trattative volto al bonario componimento delle controversie, nell'ambito del quale ogni singola posizione fosse analizzata, valutata e discussa singolarmente.
    "Avevamo espresso, sin da subito, in modo inequivocabile - afferma il presidente della Lidu Abruzzo e Molise, Massimo Bomba - la nostra contrarietà a previsioni 'preconfezionate' contenenti, ad esempio, le misure massime di indennizzo, i requisiti che il risparmiatore deve rivestire e/o l'esclusione di determinate tipologie di titoli. Prendiamo atto della chiusura della Banca anche se tale atteggiamento rimane incomprensibile. Allo stato attuale, quindi, l'avvio di azioni giudiziarie rimane l'unica strada per i risparmiatori".
    Dal Coordinamento fanno sapere che solo nell'ultima settimana quattro associati hanno ottenuto provvedimenti favorevoli dell'Arbitro per le Controversie Finanziarie nei confronti della Banca Popolare di Bari: "L'Arbitro ha accolto integralmente la nostra linea difensiva", chiarisce l'avvocato Emilio Graziuso.
    (ANSA).
   

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