(ANSA) - L'AQUILA, 11 GEN - "Abbiamo avviato l'innevamento
artificiale nei primi giorni di dicembre, poi non è servito più
perché c'è stata e c'è moltissima neve tanto che si scierà fino
a Pasqua inoltrata, se non oltre. Ma sarà difficile che si
riapra il 18 gennaio, tanto che ci sono già le anticipazioni sul
Dpcm che parlano di rinvio".
Così Gennaro Di Stefano, direttore della stazione invernale di
Campo Felice, a Rocca di Cambio (L'Aquila), che con i suoi 1.434
metri è il comune più alto dell'Appennino, facendo il punto
sull'attività preparatoria della riapertura, dopo lo stop dal
marzo dello scorso anno per la pandemia covid, degli impianti,
prevista per il prossimo 18 gennaio. Il centro montano, nel
parco Sirente - Velino, domina l'Altopiano delle Rocche.
"Siamo pronti da tempo, dobbiamo solo battere le piste perché
nevica continuamente - spiega ancora Di Stefano che è anche
sindaco di Rocca di Cambio -. Certo che è una beffa, con tanta
neve siamo chiusi per il covid che ha messo in ginocchio tutto
il sistema turistico invernale". Nella stazione sciistica, ci
sono circa due metri di neve che hanno innevato perfettamente
circa 35 chilometri di piste e 12 impianti di risalita, più una
sciovia e due per bambini: si stanno facendo le prove generali
della riapertura ospitando gli sci club e gli atleti di
interesse nazionale, come permette la legge. "Siamo aperti per
sci club ed atleti di interesse nazionale: ieri abbiamo avuto
400 atleti, dai più piccoli ai più grandi, provenienti
dall'Italia centrale, in particolare Abruzzo, Lazio e Marche".
Oggi è in programma una gara promossa dallo sci club Campo
Felice, domani dal team Campo Felice.
Attualmente sono nove i dipendenti al lavoro nella stazione
invernale di proprietà della famiglia Lallini, ma se la stagione
parte "nel giro di due giorno assumeremo 40 persone a tempo
indeterminato per arrivare a 60 a stretto giro - chiarisce Di
Stefano -. Certo, i conti sono drammaticamente in rosso, visto
che siamo chiusi e fermi dal marzo scorso, così come ristoranti,
servizi e scuole sci, cioè l'indotto, che rischiano di non
riaprire". "Stiamo aspettando ristori e cassa integrazione,
peraltro non arrivati, ma che non risolvono il problema. La
nostra speranza è limitare i danni riaprendo nei mesi di
febbraio e marzo che non salverebbero la stagione ma ci
darebbero almeno una speranza di poter continuare a credere in
questa attività - conclude lo storico direttore della Campo
Felice.
(ANSA).
Covid:Di Stefano,pronti riapertura,tanta neve,rinvio è beffa
Stazione abruzzese Campo Felice:febbraio e marzo per sperare