(ANSA) - ROCCARASO, 16 GEN - "Non riusciamo a capire su quali dati scientifici si continuano a tenere fermi i comprensori sciistici, visto che dall'8 marzo dello scorso anno sono chiusi.
Non siamo noi la bomba dell'epidemia".
"In questo modo si sta decretando la morte dell'Abruzzo interno e dell'intero sistema economico che vive con l'economia della neve - prosegue Margadonna - I dati parlano chiaro: su una popolazione di 15 mila residenti nel centro Abruzzo sono 1500 le persone che lavorano grazie alle attività del comprensorio sciistico Roccaraso-Rivisondoli. Siamo a un passo dal tracollo e se non ci lasceranno riaprire al più presto per le popolazioni della montagna sarà la fine. Se non si permetterà a tutti di tornare a sciare, questa zona diventerà rossa, non per la pandemia, ma per il disastro economico provocato dalle aziende costrette a chiudere".
Il comprensorio di Roccaraso, con la Sifatt che gestisce gli impianti di risalita dell'Aremogna, è comunque uno dei pochi in Italia che tiene aperti buona parte degli impianti per consentire agli atleti di allenarsi. "Un ulteriore sforzo economico che sta facendo la Sifatt per garantire un servizio essenziale per far crescere il movimento sciistico agonistico abruzzese e italiano" conclude Margadonna. (ANSA).
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