(ANSA) - CHIETI, 18 GEN - "Questi momenti sono tragici, io
comunque cerco di andare avanti, voglio lottare fino alla fine
per avere giustizia, sempre lo farò, non mi mancherà mai la
forza di andare avanti e il Signore mi assista". A dirlo a
Chieti durante una cerimonia di commemorazione è Loredana
Lazzari, madre di Dino Di Michelangelo, il poliziotto morto con
la moglie Marina Serraiocco sotto le macerie dell'hotel
Rigopiano, che quattro anni fa venne travolto da una valanga
seppellendo 29 persone; una tragedia che fra i superstiti vede
il figlio della coppia, Samuel.
Anche per il fratello del poliziotto, Alessandro, la giornata
di oggi è un momento triste di commemorazione. "Ogni anno per
noi il 18 gennaio è una piaga che si riapre - spiega - si riapre
condivisa perché anche l'affetto delle persone che ci vogliono
bene oggi lo dimostra. È una piaga che ci portiamo 365 giorni
all'anno, sempre, è sempre viva perché viviamo del ricordo di
Dino, mio fratello, io lo vivo personalmente anche tutti i
giorni a lavoro, perché Dino era un mio collega e quindi per me
è sempre presente".
Questa mattina Alessandro Di Michelangelo e la madre Loredana
Lazzari hanno partecipato alle cerimonia svoltasi a Chieti
dinanzi al monumento che ricorda le vittime di Rigopiano,
presenti il sindaco Diego Ferrara che ha portato una
composizione di rose, il prefetto Armando Forgione, il questore
Annino Gargano, il comandante provinciale dei carabinieri Alceo
Greco, l'arcivescovo di Chieti Vasto Bruno Forte, una
rappresentanza dei Vigili del Fuoco, mentre una composizione di
fiori è arrivata dai colleghi di Dino Di Michelangelo dal
Commissariato di Osimo.
"La mia riflessione è la speranza, tutto quello che mi dà la
forza di avere fiducia nella giustizia - he detto ancora Di
Michelangelo - fiducia che cerco di infondere anche a mia madre
tutti i giorni, affinché anche lei possa sentirsi più serena,
per avere più speranza nel suo cuore per la battaglia per la
verità perché solo quello noi cerchiamo, la verità".
"Quella valanga, quattro anni fa - ha detto il sindaco di
Chieti Diego Ferrara- non ha sommerso solo e distrutto l'albergo
e 29 vite di persone soprattutto giovani, ma ha travalicato e
compressa anche la nostra coscienza di cittadini, di tutti i
cittadini e di tutti italiani, consapevoli che le istituzioni
devono fare il loro dovere. È passato troppo tempo dall'inizio
del processo e giustamente i familiari vogliono giustizia ma la
vogliamo tutti noi per ognuno delle proprie responsabilità.
Certo è una cosa che non si cancella e non si cancellerà, noi
stiamo accanto a questa famiglia e a tutte le famiglie". (ANSA).