(ANSA) - VASTO, 17 GIU - E' uno dei tratti più suggestivi del litorale abruzzese, con spiagge ampie e sabbiose che si alternano a scogliere naturali accompagnate da baie e calette con acque trasparenti. Da tempo la Riserva naturale regionale di Punta Aderci, la prima riserva istituita in Abruzzo sulla fascia costiera (nel 1998), è meta di amanti della bici che dal punto più alto del promontorio partono verso nord per esplorare un tratto di 4,3 km lungo la Via Verde della Costa dei Trabocchi, da Vasto a Casalbordino (Chieti) per poi addentrarsi per altri 12 km verso un'altra riserva naturale, il Bosco di Don Venanzio, fra campi coltivati e zone di fitta vegetazione. Un itinerario senz'altro da provare quello che gli organizzatori di 'Art Bike & Run' hanno proposto a un gruppo eterogeneo di ciclisti in vista della manifestazione che, per far conoscere meglio la Via Verde, si terrà a ottobre 2021, quando presumibilmente sarà possibile percorrere, con meno interruzioni rispetto alle attuali, i 43 km complessivi del tracciato ciclopedonale. Nell'attesa, i promotori di 'Art Bike & Run' - Legambiente, Camera di Commercio Chieti-Pescara in partnership con Regione Abruzzo, Provincia di Chieti e Fondazione Aria - stanno coinvolgendo piccoli gruppi in azioni di educazione ambientale. Il primo appuntamento è stato il 23 maggio scorso a Torino di Sangro (Chieti), con pulizia della spiaggia in località Le Morge e successiva escursione in bici alla vicina Lecceta. Il 6 giugno è stata la volta della Riserva di Punta Aderci: mattinata dedicata alla pulizia della spiaggia con gli educatori di Legambiente, poi in sella alle bici insieme agli accompagnatori di mountain bike in collaborazione con piubici.it, Wolftour e Federazione Ciclistica. In diversi punti procedono, intanto, gli interventi di conversione dell'ex tracciato ferroviario in pista ciclopedonale per raccordare i numerosi tratti già percorribili su asfalto o sterrato. La bellezza delle porzioni attualmente accessibili fa passare in secondo piano il protrarsi degli interventi infrastrutturali. In particolare, l'escursione a Punta Aderci offre anche a ciclisti esperti emozioni sempre nuove per la varietà del paesaggio. In questo periodo, poi, la strada sterrata, che inizia a pochi metri dal parcheggio vicino all'ingresso della riserva, si snoda fra un campo di grano costellato di papaveri affacciato sul mare - un'esplosione di colori che lascia senza fiato - e un'area verde coltivata che guarda verso l'Appennino. La Riserva si estende per circa 285 ettari dalla spiaggia di Punta Penna, nel territorio di Vasto (Chieti), fino alla foce del fiume Sinello, al confine con Casalbordino (Chieti). A nord del Porto di Vasto un'ampia insenatura con spiaggia di sabbia chiara e sottile, bagnata da un mare cristallino ideale per canoa e immersioni. All'ombra della falesia le dune costiere con la tipica vegetazione della macchia mediterranea. Dal promontorio di Punta Aderci, 26 metri sul livello del mare, volgendo le spalle ai fondali marini e guardando verso l'interno si scorgono i profili della Maiella, del Gran Sasso, dei Monti della Laga e dei Sibillini e, tornando sulla linea di costa, si intravede anche il Conero nelle giornate limpide. Si può scegliere se visitare la spiaggia o inforcare le due ruote. Scendendo dal promontorio si raggiunge a piedi la spiaggia di ciottoli di Mottagrossa, sovrastata da un sentiero panoramico in quota (20 m s.l.m.) lungo circa 3 km che consente di scoprire, a piedi o in bicicletta, un paesaggio con ampie pinete sul mare, vallate e macchia mediterranea. Le dune e il vicino ambiente fluviale sono luogo ideale per aironi, cormorani e per il fratino, quest'ultimo scelto per il logo della riserva. In bici - si possono noleggiare presso il punto informazioni all'ingresso della Riserva - si percorrono piacevolmente circa 4 km, con tratti in aperta campagna, e si arriva al bivio che conduce alla Riserva Naturale Bosco di Don Venanzio, nel territorio di Pollutri, che racchiude uno degli ultimi lembi di bosco planiziale della costa adriatica, quello che resta di un bosco molto più ampio ed esteso presso il fiume Sinello, tagliato nel XIX secolo per farvi passare la ferrovia. Una superficie di circa 78 ettari, a 30 metri sul livello del mare, con alberi ad alto fusto e un ricco sottobosco. Si può optare a questo punto per uno dei due percorsi, per motivi diversi non consigliabili se si è con bimbi piccoli al seguito: quello più lungo è anche il più agevole per le bici, adatto a tutti, ideale per mountain bike, 12 km con gli ultimi 6 km su strada asfaltata di cui 3 km chiusi al traffico e altri 3 sulla strada provinciale 154, con moderato traffico automoblistico. L'altro è un percorso 'trekking' di 7 km, il sentiero CAI "Mirella La Palombara": per il ciclista esperto è anche il più interessante, per chi sia meno pratico è da affrontare accanto ad accompagnatori di mountain bike che conoscano il territorio. Ci si addentra, infatti, in un paesaggio dall'atmosfera fiabesca, ma che richiede attenzione con le due ruote, specie in due tratti dove occorre attraversare il fiume Sinello. A conclusione di quello che può essere un itinerario più o meno avventuroso si arriva all'area picnic - con vicini bar, ristorante e il 'museo del bosco' - della Riserva del Bosco di Don Venanzio per il meritato ristoro.
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