(ANSA) - ROSETO DEGLI ABRUZZI, 15 OTT - Due delfini
spiaggiati nel giro di pochi giorni, c'è preoccupazione per le
interazioni cetacei-pesca nel mar Adriatico: teatro dei due
episodi la spiaggia della Riserva Naturale Regionale del
Borsacchio a Roseto in Abruzzo. Sono ancora in corso gli
accertamenti per stabilire le cause della morte dei due
tursiopi, ma quel che è apparso evidente sin dalle prime
osservazioni è che i due delfini mostrano segni di interazione
con le attività umane. Infatti nel primo caso, che risale alla
fine del mese di settembre, nella cavità orale del delfino
spiaggiato sono stati rinvenuti frammenti di una rete da pesca
oltre a diverse lesioni nell'area ventrale, probabilmente
riconducibili ad un'arma da taglio. Su quest'ultimo particolare
si attendono conferme dall'esame necroscopico in corso a cura
dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del
Molise "G. Caporale". Nel secondo episodio - lunedì 4 ottobre -
il peduncolo caudale del delfino era legato ad una cima con un
tipo di nodo che esclude la possibilità di un evento
accidentale. Insomma pochi dubbi sui segni di interazione con le
attività umane per gli operatori della Rete Regionale Abruzzese
per gli spiaggiamenti intervenuti sul posto insieme al personale
della Capitaneria di Porto di Roseto. Per entrambi i casi si
spera che queste azioni, comunque episodi gravissimi, siano
state svolte su animali già morti. "C'è profonda preoccupazione
per questi ultimi episodi registrati nel mar Adriatico -
dichiara Sergio Guccione, project manager dell'Area Marina
Protetta Torre del Cerrano - soprattutto per il ritrovamento di
una cima legata alla pinna caudale con un nodo a bocca di lupo,
un particolare che ci fa escludere che il delfino si sia
impigliato in maniera accidentale. Non vogliamo pensare al
peggio e aspettiamo l'esito della necroscopia che ci fornirà
maggiori dettagli. L'Area Marina Protetta Torre del Cerrano con
il progetto europeo Life Delfi si sta impegnando a fondo per
migliorare la convivenza tra delfini e pescatori diffondendo
l'uso dei pinger, dissuasori acustici che allontanano i cetacei
dalle reti, e di attrezzi da pesca alternativi, particolari
nasse che non possono essere
depredate e non sono pericolose per i delfini". (ANSA).
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