(ANSA) - L'AQUILA, 10 DIC - "Senza condivisione, senza un
piano strategico, se non si uscirà dalla 'logica del bancomat',
i 200 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e
resilienza (Pnrr), non creeranno il numero di posti di lavoro
atteso e necessario, come avvenuto del resto con la
ricostruzione post-sisma 2009, visto che, numeri alla mano, dal
2012 al 2019 nel cratere sismico aquilano l'occupazione, anche a
tempo determinato, è diminuita, sia nel settore pubblico che in
quello privato. E questo persino nel settore dell'edilizia, nel
cantiere più grande d'Europa, sia rispetto al periodo
antecedente al terremoto del 6 aprile 2009, ma anche rispetto a
tutta la situazione italiana". E' il pensiero, preoccupato,
espresso ieri sera, dall'ex parlamentare dem ed ed ex vice
presidente della Regione Abruzzo, con delega alle Attività
produttive, Giovanni Lolli, nel corso del convegno "Obiettivo
lavoro, le occasioni per L'Aquila e l'Appennino", che si è
svolto all'Aquila nella sede Ance. Il dibattito, organizzato
dalla deportata del Pd Stefania Pezzopane, è stato incentrato,
in particolare, sull'utilizzo dei fondi del Pnrr, che si
aggiungono ai 14 miliardi di euro del progetto React Eu, e solo
per i crateri sismici 2009 e 2016, il fondo complementare di 1,8
miliardi dell'asse specifico del Pnrr. Ed ancora i fondi
comunitari per l'Abruzzo, della programmazione dei fondi europei
2021- 2027, pari a 2,6 miliardi, e 150 milioni del Cis, e 150
milioni dei fondi Restart, ancora per il solo cratere sismico
2009. Lolli ha snocciolato i dati dal 2012 al 2019, per
fotografare l'effetto della grande mole di miliardi che hanno
fatto la fortuna di determinati segmenti dell'imprenditoria e
delle professioni nei 56 comuni del cratere sismico 2009 e nel
capoluogo regionale L'Aquila, senza gli effetti attesi
sull'occupazione: -20% addetti nel manifatturiero, contro il -
2,1% italiano, addirittura il - 19,3% nelle costruzioni, nel
cantiere più grande d'Europa, contro il +20% in Italia, -12,4%
nel settore del commercio, contro il +0,3 italiano, -7,4% nel
settore delle attività professionali e tecniche. (ANSA).
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