Abruzzo

Bicentenario nascita Silvio Spaventa, celebrazione in Senato

D'Alfonso, avvicinare giovani generazioni a sua memoria

Redazione Ansa

(ANSA) - PESCARA, 01 APR - Al via a Roma, in Senato, le celebrazioni del Bicentenario della nascita dello statista abruzzese Silvio Spaventa. L'evento inaugurale è stato organizzato dal senatore Luciano D'Alfonso in collaborazione con il Comitato Nazionale Bicentenario presieduto dal giudice della Corte Costituzionale Filippo Patroni Griffi, presidente emerito del Consiglio di Stato.
    "Silvio Spaventa da intellettuale europeo a statista nell'Italia Unita": questo il titolo scelto per l'iniziativa a cui hanno preso parte anche il presidente della Fondazione Spaventa, Raffaele Bonanni, la vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno, il rettore della Lumsa, Francesco Bonini, il prorettore dell'Università D'Annunzio di Chieti-Pescara, Stefano Trinchese, ed il professor Enzo Fimiani della D'Annunzio.
    "Un percorso quello di Silvio Spaventa - viene sottolineato in una nota - che raggiungerà vette altissime partendo il 10 maggio del 1822 dal piccolo comune di Bomba, nel Chietino, dove i suoi genitori Maria Anna Croce ed Eustachio avevano già dato alla luce, cinque anni prima, il fratello Bertrando futuro celebre filosofo della scuola napoletana hegeliana".
    "Come onorare questi 200 anni che ci separano dalla sua nascita - si è chiesto nel suo intervento il senatore D'Alfonso - Come fertilizzare oggi il suo insegnamento? Sicuramente avvicinando alla sua memoria le giovani generazioni di studenti e di politici che lo conoscono appena o che lo confondono ancora col pur meritevole Luigi Spaventa".
    D'Alfonso, nel ricordare la figura dello statista, sottolinea che "fu sua l'intuizione che poi tradusse in battaglia della necessaria creazione di quelle infrastrutture utili a garantire parità di condizioni a tutti e a unificare davvero l'Italia.
    Pensiamo solo alla battaglia per la nazionalizzazione delle ferrovie".
    "I suoi insegnamenti - osserva il sentatore - furono sempre utili a garantire il bene comune. Il grande statista abruzzese lottò contro gli interessi di parte e di Palazzo. Onoriamolo preferendo al consenso la via più scomoda dello sforzo di governo". (ANSA).
   

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