(ANSA) - PESCARA, 10 APR - "C'erano due opzioni: una fusione a caldo o una fusione a freddo. La Regione ha preferito una fusione a caldo ossia favorire un percorso di accompagnamento a questa scelta fondamentale, perché la Grande Pescara è la più grande unione mai è realizzata in Europa.
Per l'attuale consigliere comunale i freni ci sono stati e "sono venuti solo dal ceto politico locale che ha evocato la necessità di preservare dei profili politici e storici, per quanto legittimi. E quindi la risposta sono i municipi, cosa che era già scritto nella legge e che garantisce funzioni e servizi punto non sono i consigli di quartiere sono organismi democraticamente eletti".
Costantini prosegue il ragionamento dicendo che "abbiamo anche come riferimento il peggior progetto di fusione che sia mai stato fatto e cioè quello tra Corigliano e Rossano, laddove il giorno dopo si scoprì che qualcosa non funzionava perché non si è progettato nel tempo. Accade questo anche per banche e assicurazioni, nulla viene dato per scontato".
"Quindi facciamo tutto il necessario per azzerare i rischi, che non si peggiori rispetto a prima, poi - insiste - avremo altro tempo nel futuro. Il tema è il contesto urbano economico e sociale e demografico: è più di una semplice nuova città. Faccio un esempio: la sede della regione non può stare nell'Area di Risulta, con 115.000 automobili che tutti i giorni entrano dentro Pescara, il traffico non lo risolvi portando altre auto in città. Ma magari puoi trovare un terreno e un'area a Spoltore o a Montesilvano, così come a Montesilvano a Spoltore puoi anche fare il nuovo campus dell'università. Il tema ripeto non è l'indice di costruzione, ma la metodica di come costruire: le attività istituzionali ed economiche a Spoltore a Montesilvano, e una rivoluzione del sistema della mobilità di cui oggi non si parla, perchè è tutto involuto". (ANSA).