Palloncini bianchi coi nomi dei compagni, e un grande cuore con su scritto Tommaso.Silenzio irreale nella basilica di Colle Maggio a L'Aquila per l'ultimo saluto al bambino scomparso nell'incidente dell'asilo Primo Maggio il 18 maggio, schiacciato da una macchina che è piombata nel giardino. Molte le persone che sono venute a salutare il piccolo. Un sistema di amplificazione ha permesso a chi è rimasto fuori dalla chiesa di ascoltare la funzione religiosa. Presenti il presidente della Regione Marco Marsilio e alcune autorità, tra le quali il sindaco dell'Aquila Biondi. Fuori anche i compagni di scuola del comprensorio Mazzini.
"Come Padre, Pastore di questa Comunità Aquilana che a causa delle varie calamità è divenuta 'esperta' nel soffrire non posso che piangere insieme alla famiglia del piccolo Tommaso e alla città tutta, conservando la speranza che unisce tutti i credenti, di poterci incontrare di nuovo nell'abbraccio del Padre della Misericordia e della Consolazione che mai è estraneo alle nostre vicende terrene ma vi partecipa con un amore così grande che supera infinitamente e sempre il nostro", così il cardinale dell'Aquila Giuseppe Petrocchi poco prima di iniziare la funzione religiosa a Colle Maggio per il piccolo Tommaso.
L'Aquila, i funerali in chiesa del piccolo Tommaso
"Tommaso è figlio di tutti gli aquilani perché, come ha detto il cardinale Giuseppe Petrocchi, chiunque sia padre e sia madre si immedesima in questa tragedia". Così il sindaco Pierluigi Biondi all'uscita dei funerali del piccolo Tommaso, investito e ucciso mercoledì da un'auto nel vialetto della sua scuola": "Il lutto vero, profondo che rimane è dei genitori - ha aggiunto il sindaco - ma noi siamo qui a dire che il loro dolore è un po' anche il nostro sperando che questo serva ad alleviare un po' le loro pene". Presenti alle esequie anche i vertici della Regione Abruzzo, a partire dal presidente, Marco Marsilio e dal vicepresidente Emanuele Imprudente. "Viviamo un momento di profonda tristezza, dolore, sconforto - ha detto quest'ultimo - mi rendo conto di quanto sia facile perdere la speranza di fronte a un dolore così grande. Nostro dovere tendere sempre uno sguardo alle persone che ci sono vicine e vivono momenti di difficoltà. Dobbiamo sempre cercare di fare qualcosa per il prossimo. Tra i presenti anche l'assessore regionale Guido Liris. "La stragrande maggioranza delle persone ha provato un sentimento straziante - ha detto - e questo lo si è visto perché la vita della comunità è stata rivoluzionata a qualsiasi livello. C'è un sopore di tutto il territorio". "Quello che mi è piaciuto - ha aggiunto - è il richiamo di Giusi Fonzi, la zia del piccolo - relativo al fatto che questo episodio spinge a una riflessione profonda, sia a livello istituzionale, sia a livello individuale: la frenesia di tutti e la poca attenzione nei confronti delle cose più importanti fanno parte della vita quotidiano. Non ci rendiamo conto del bene che abbiamo fino a che non lo perdiamo. Queste sembrano frasi fatte. La cosa più importante però è capire il tipo di vita di cui siamo tutti schiavi".