(ANSA) - SULMONA, 17 GIU - "Meraviglia, perplessità ed anche
preoccupazione ha suscitato in me la proposta d'includere la
statua del Guerriero di Capestrano nello stemma della Regione.
E' come se, per esaltare la propria identità, la Regione Lazio
mostrasse nello stemma il Colosseo, la Calabria i Bronzi di
Riace e la Sicilia un tempio agrigentino".
Secondo Maiorano quell'effige rischia di snaturare e di rendere
ancora più "complicato", per non dire pasticciato e confuso,
l'attuale stemma in uso, di per sé già irrispettoso dei principi
araldici, della storia dell'Abruzzo e finanche della legge,
visto che l'araldica pubblica (concessione o modifica di uno
stemma) è materia di "esclusiva competenza" dello Stato, come
ribadito anche nel Decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri del 28 gennaio 2011, art. 1 comma 2. "Evidentemente,
nessuno in Regione si è premurato di contattare il competente
"Ufficio onorificenze e araldica" per avere i prescritti pareri,
tantomeno ha avvertito la necessità di consultare gli esperti di
araldica". "Nella speranza che il Consiglio Regionale voglia
recedere dall'annunciata decisione, sono convinto che la
proposta di porre il Guerriero di Capestrano sullo stemma della
Regione Abruzzo non possa avere che un impatto decisamente
"sgrammaticato", per le ragioni addotte, e un valore identitario
quanto mai modesto, tali da non giustificare "l'alterazione"
dello stemma in uso, uno stemma che mostra da quasi
cinquant'anni, al pari del gonfalone e della bandiera, una serie
di imprecisioni storico-araldiche e di "abusi" che
meriterebbero, quelli sì, di essere sanati e disciplinati quanto
prima" conclude lo storico. (ANSA).
Stemma Abruzzo, scoppia polemica su Guerriero Capestrano
Storico, impatto "sgrammaticato", valore identitario modesto