(ANSA) - PESCARA, 02 LUG - "Sconcerta che, oltre all'utilizzo
di tecniche venatorie mai sperimentate per l'Abruzzo, si
continui a considerare la caccia unico strumento di contenimento
dei danni da cinghiale, senza programmare altre azioni per
mettere in sicurezza le colture agricole o ridurre il rischio di
impatto con auto". Così il Wwf commenta, in una nota, il
disciplinare approvato dalla Giunta regionale d'Abruzzo che per
la caccia di selezione al cinghiale prevede attività fino alle
ore 24 con l'ausilio di sorgenti luminose suppletive e
l'utilizzo dell'arco.
A febbraio il Wwf Abruzzo, con l'Università di Teramo,
organizzò un convegno analizzando circa 80 pubblicazioni
scientifiche: è emerso che la caccia è la causa principale di
morte per il Cinghiale, ma il prelievo venatorio non è
sufficiente a contenere l'incremento delle popolazioni, produce
l'effetto di ringiovanirle, innesca risposte nella biologia
riproduttiva della specie che causano aumento della produttività
delle popolazioni, può influenzare il comportamento dei gruppi
familiari e portare maggiore instabilità spaziale tra i
sopravvissuti.
Inoltre, informa il Wwf, sotto un'elevata pressione venatoria
una proporzione maggiore di femmine di un anno partorisce
rispetto a popolazioni in cui la pressione è meno pronunciata.
"Decine di studi scientifici hanno dimostrato che sperare di
ridurre il numero dei cinghiali affidandosi solo alla caccia è
sbagliato e illusorio, eppure la Giunta regionale - conclude
Filomena Ricci, delegata Wwf Abruzzo - continua a intervenire in
modo caotico. Sembra si proceda facendo regali ai cacciatori
senza prendere contezza del fatto che questo tipo di gestione in
atto da decenni non sta avendo il risultato sperato. È ora che
il problema venga affrontato con dati ed evidenze scientifiche
alla mano e si sperimentino altre tipologie di intervento, note
e praticabili". (ANSA).
Cinghiali, Wwf, caccia di notte e con l'arco è pericolosa
'Regione Abruzzo interviene in modo caotico, animali aumentano'