Abruzzo

Rifiuti: Acerbo (Prc),Corte non ha cancellato ragioni del no

Redazione Ansa

(ANSA) - PESCARA, 25 LUG - "La sentenza della Corte Costituzionale non ha certo cancellato le ragioni per le quali ci siamo battuti e abbiamo ottenuto l'esclusione della previsione di inceneritori in Abruzzo.
    Ricordo che noi di Rifondazione Comunista insieme a ambientalisti più volte abbiamo impedito che si concretizzassero operazioni dietro alle quali c'erano sempre cordate private" Così commenta la sentenza della Corte Costituzionale il segretario di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo.
    L'esponente pescarese ex deputato e consigliere regionale ricorda "la battaglia vittoriosa, che conducemmo alla Provincia di Pescara con il nostro compianto compagno assessore Enrico Di Paolo, che bloccò la realizzazione di un inceneritore a Alanno dietro al quale c'era un gruppo monopolista privato. Ricordo che in tutte le province ci siamo battuti per l'esclusione dai piani provinciali della previsione. Nel 2007 per fermare inceneritori ci inventammo con la legge regionale del 2007 il divieto espresso della combustione dei rifiuti sotto la soglia minima del 40% di riciclo (allora era al 28%). Poi numerose volte dovemmo impedire blitz per cancellare quella norma durante la giunta Del Turco e poi quella Chiodi che era intenzionata a realizzarne uno a Teramo. A livello regionale questo orientamento contro la realizzazione di inceneritori si affermò definitivamente quando l'inchiesta Re Mida della Procura di Pescara, allora guidata da Nicola Trifuoggi, ci diede ragione e costrinse la politica di centrodestra e centrosinistra ad accantonare definitivamente la proposta. Andrebbero ripubblicate le intercettazioni in cui i privati che volevano realizzare l'inceneritore nel teramano. La sentenza della Corte Costituzionale riguarda una questione di competenze ma la Regione Verde d'Europa - così un tempo si definiva l'Abruzzo - deve andare avanti sulla strada dell'economia circolare e può farlo", chiude Maurizio Acerbo. (ANSA).
   

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