Abruzzo

Perdonanza, Zuppi, Celestino come Francesco voleva riforma

Presidente Cei,presenza Papa evidenzia ricchezza evento L'Aquila

Redazione Ansa

(ANSA) - L'AQUILA, 22 AGO - "Papa Celestino voleva la riforma della Chiesa e, allo stesso modo, Papa Francesco, per portare il Vangelo ovunque nel mondo di oggi, ci chiede di uscire, di andare incontro agli altri, di non restare nelle abitudini di sempre. E, anche in questo senso, il perdono ci aiuta a vedere le realtà e il prossimo intorno a noi con interesse e con amore". Così il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, in un videomessaggio inviato all'Arcidiocesi dell'Aquila e al cardinale Giuseppe Petrocchi, in vista della visita pastorale di Papa Francesco, il prossimo 28 agosto, in occasione della Perdonanza celestiniana. Zuppi si sofferma sulla figura di papa Celestino V che concesse, nel 1294, l'indulgenza della Perdonanza, rilevando come "certamente, il brevissimo pontificato di san Celestino V sia in piena sintonia con alcune delle preoccupazioni di Papa Francesco". Il presidente della CEI sottolinea come la presenza di Francesco all'Aquila "sarà molto importante, perché ci aiuterà a ricomprendere la straordinaria ricchezza della Perdonanza, ovvero, l'importanza e la necessità di chiedere perdono e di capire verso chi andare. Papa Francesco, con tanta insistenza, vuole una Chiesa che non guardi indietro ma, forte della sua storia, si rivolga al mondo, indicando quel futuro che il Signore ci promette. I cristiani sono e devono essere uomini di speranza". "Nella pandemia, tante volte, - continua - l'unica cosa che abbiamo cercato di fare è stato scappare, tentare di farcela da soli, evitare gli altri e i problemi. Invece dobbiamo affrontare il male rendendolo occasione di crescita nel bene e di preparazione di un futuro migliore. Questi sono mesi molto importanti, ricchi di sfide e di piani per preparare il mondo di domani. Che questa Perdonanza ci aiuti tanto a volere una Chiesa che cammina con gli uomini e che annuncia oggi la verità di sempre, Gesù Cristo" conclude il cardinale. (ANSA).
   

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