Giovanni Carbone, il 39enne originario di Matera, che lunedì scorso ha ucciso a Miglianico (Chieti), la compagna Eliana Maiori Caratella (41), si è suicidato nel carcere di Lanciano. Lo confermano fonti sanitarie e carcerarie.
L'uomo aveva ucciso la donna con un colpo di pistola alla testa e si era poi costituito ai carabinieri. Il suo fermo era stato convalidato oggi dal gip del Tribunale di Chieti, Luca De Ninis.
Secondo quanto si è appreso l'uomo si è impiccato in cella: l'avvocato di Carbone, Franca Zuccarini di Chieti, sapeva che l'uomo era sotto stretta sorveglianza in considerazione del reiterato proposito di togliersi la vita, portando a compimento l'intenzione di suicidarsi già lunedì dopo avere ucciso la compagna in casa. Proposito che poi aveva ribadito per tre volte dal giorno del delitto sempre durante i colloqui con il suo legale. Si tratta della 83/a vittima di suicidio in carcere dall'inizio dell'anno.
Nell'aprile 2021, nel carcere di Vasto (Chieti), c'era stato un altro suicidio eclatante: a togliersi la vita era stato Sabatino Trotta, lo psichiatra della Asl di Pescara arrestato per corruzione. Nell'interrogatorio reso ieri durante l'udienza di convalida in videoconferenza, Carbone ha sostenuto di aver sparato alla Caratella per porre fine alle loro sofferenze e che subito dopo era sua intenzione suicidarsi, senza trovare il coraggio di farlo. Sofferenze che, sempre secondo Carbone, erano riconducibili alla ostilità manifestata dal marito della vittima, dal quale la Caratella si stava separando, e dal fratello e dalla sorella della donna che non avevano mai accettato la scelta di separarsi della vittima.
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