(ANSA) - ROMA, 01 APR - "A distanza di quasi 10 anni dal
Referendum, con un forte ritardo anche rispetto alla Legge
Regionale di 4 anni fa, l'unica cosa che fa la politica è quella
d'imporre un ulteriore rinvio ad un processo inevitabile di
fusione".
Giudizio chiaro e netto quello di Massimo Palladini, di Italia
Nostra, uno dei relatori del Convegno "Pianificazione
Territoriale della Nuova Pescara", organizzato stamani
dall'Associazione Consiglieri Comunali Emeriti del Comune di
Pescara. Al di là delle dichiarazioni di facciata degli
amministratori dei tre Comuni coinvolti dalla fusione (Pescara,
Spoltore e Montesilvano), permane una certa difficoltà nel
comprendere la portata di questo progetto: "La Società Civile ha
compreso e da parte sua sollecita, ma la politica sonnecchia -
aggiunge l'Architetto Alessandro Sonsini - ci si perde ancora in
una logica di "orticello" con il Comune di Spoltore che lavora
al Piano Regolatore, quello di Montesilvano alla Variante e
Pescara che pensa di realizzare il Palazzo della Regione in
pieno centro. Capisco le difficoltà - dice ancora Sonsini - ma
pianificazione del territorio significa anche mettersi tutti
intorno ad un tavolo ed organizzare la gestione del territorio
stesso nella valorizzazione delle singole peculiarità." La Nuova
Pescara è destinata a diventare la terza città dell'Adriatico
dopo Venezia e Bari, e a trasformarsi in una piccola metropoli
che, come ha ricordato Pierluigi Sacco, docente di scienze
filosofiche ed economiche quantitative dell'Università
"d'Annunzio", rientra perfettamente nella logica di
pianificazione europea, lontano dal concetto di grande metropoli
ormai in crisi e di piccola comunità che non avrebbe alcuna voce
in capitolo (ANSA).
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