(ANSA) - PESCARA, 14 APR - Gli effetti dell'autonomia
differenziata, prevista dal disegno di legge del ministro
Calderoli e le possibili ripercussioni per le Regioni, con
particolare riferimento al rischio di un'accentuazione delle
differenze tra Nord e Sud del Paese. Sono i temi al centro della
tavola rotonda promossa dalle sigle datoriali e sindacali
abruzzesi Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi,
Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria,
Legacoop, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, che parlano di "molte criticità
e poche aperture di credito".
Dopo l'introduzione del coordinatore delle parti sociali,
Daniele Di Marzio, il quale si è soffermato "sull'importanza
dell'iniziativa collettiva, in merito a una proposta di grande
attualità, che va esaminata con la massima attenzione", ha preso
la parola la consigliera regionale Antonietta La Porta, che ha
portato i saluti del presidente Marsilio. "Su questa proposta il
Governo ha imboccato la strada giusta - ha detto - la Regione
Abruzzo finora non ha mai richiesto ufficialmente l'autonomia
differenziata, come invece hanno fatto altre realtà e abbiamo
osservato che non sono solo le regioni del Nord, come Lombardia
e Veneto, a spingere verso questa direzione, ma anche altre del
Centro e del Sud come Marche e Campania".
Gianfranco Viesti, docente di Economia dell'Università di
Bari, ha evidenziato quelli che considera i tre rischi
principali derivanti dall'autonomia differenziata: "Il primo è
di passare il potere decisionale delle politiche pubbliche alle
regioni, in maniera differenziata, in materie quali scuola,
sanità, energia, ambiente, infrastrutture e cultura, lasciando
quindi pochissimo spazio allo Stato - ha affermato l'economista
- poi c'è l'aspetto economico, perché alle regioni del Sud
arriverebbero risorse di gran lunga minori rispetto a quelle che
riceverebbero, ad esempio, Lombardia e Veneto. Infine il ruolo
dei cittadini diventerebbe marginale, poiché il processo
decisionale si trasformerebbe in un patto tra Governo e regioni,
che relegherebbe ad un ruolo marginale il parlamento".
Di opinione diametralmente opposta il vicesegretario
regionale della Lega in Abruzzo, Antonio Zennaro, che ha parlato
invece di "opportunità per lo sviluppo dei territori" e ha
rimarcato che "non ci sarà alcuna sperequazione
nell'assegnazione delle risorse". Michele Fina, senatore del Pd,
ha evocato "il rischio di una secessione fiscale, che risulta
ancor più odiosa e inaccettabile in una fase in cui le disparità
continuano ad aumentare, e dunque sarebbero necessari interventi
di segno opposto che mirino a ridurle. Con l'autonomia
differenziata invece - ha sottolineato - le disuguaglianze
aumenteranno ulteriormente". (ANSA).
Autonomia: sindacati e associazioni Abruzzo, molte criticità
A Pescara tavola rotonda promossa da sigle datoriali e sindacali