La Asl aquilana chiede scusa per i disagi, il governatore Marsilio afferma che non pagherà mai un riscatto, i pirati rinnovano le minacce e sul dark web spiegano che ora attaccheranno anche le altre Asl abruzzesi.
E intanto sempre sul web diffondono i dati personal dei pazienti, compreso il boss della mafia Messina Denaro, del quale sarebbero disponibili esami ematici ma non la cartella clinica da malato di tumore, che è in versione cartacea ed è blindata nel super carcere aquilano.
Da 10 giorni la sanità aquilana è sotto scacco, 500 giga di dati trafugati, anche se la Asl prova a difendersi spiegando che "attacchi di pirateria informatica si sono verificati e continuano a verificarsi colpendo Aziende Sanitarie in tutta Italia. La Asl di L'Aquila, dal canto suo, ribadisce di aver messo in campo tutte le azioni e le misure possibili per garantire la continuità dei servizi e ci scusiamo per i disagi subiti dai pazienti", che poi significa emergenza che ha messo in ginocchio il sistema informatico paralizzando servizi e prestazioni.
E al momento non c'è una idea dei tempi di un ritorno alla normalità anche se viene annunciata la riapertura del servizio Cup per le prenotazioni e per domenica la radioterapia. I pirati informatici continuano "a minacciare per i prossimi giorni ulteriori falle nei sistemi delle altre asl della regione Abruzzo", e il presidente della Regione, Marco Marsilio, di Fdi, a cui hanno scritto gli hacker, esclude categoricamente qualsiasi pagamento avvisando che chi apre i documenti trafugati commette reato.
"Teniamo a sottolineare che la divulgazione dei dati trafugati costituisce un reato e chiunque scarichi file dal dark web commette un reato, quindi invitiamo tutti a non aprire documenti rilasciati illegalmente in rete. La Asl e la Regione non pagheranno nessun riscatto chiesto dagli hacker", spiega il governatore.
Nuovi pacchetti di dati sono stati divulgati negli ultimi due giorni, tra i qualii anche gli esami medici dei detenuti in regime di 41 bis, tra cui quelli Matteo Messina Denaro, rinchiuso nel carcere di massima sicurezza del capoluogo regionale dal 17 gennaio scorso e in cura per un tumore al colon. Nei messaggi gli hacker hanno lanciato l'invito a trattare. Sulla vicenda stanno indagando la Procura distrettuale antimafia e antiterrorismo dell'Aquila.
Marsilio spiega che "questo attacco informatico ha il solo scopo di lucrare attraverso la divulgazione di questi dati e l'unico modo per contrastarlo è quello di non aprire i documenti". "La task force messa in campo per contrastare l'azione degli hacker continua nel suo lavoro, giorno e notte, con il triplice obiettivo di minimizzare i danni, ripristinare l'operatività e prevenire ulteriori attacchi che sono stati annunciati", spiega ancora.