(ANSA) - L'AQUILA, 29 AGO - "Mi sono permesso di coniare il
termine 'celestinizzare', riferito alla Perdonanza così come
alle nostre vite trasformandole, con crescente coerenza, in
luminoso riflesso, dentro la storia. Sono convinto che gli
aquilani mi capiranno".
Lo ha detto il cardinale Giuseppe Petrocchi in un passaggio
dell'omelia nella messa che precede il rito di chiusura della
Porta Santa della 729/a Perdonanza Celestiniana. "La vera
devozione a Celestino V - ha spiegato - sta nel seguire la sua
dottrina e il suo esempio: infatti 'venerare' fa sempre rima con
'imitare'. La 'lezione' di Pietro da Morrone resta attuale".
Petrocchi ha ricordato che "Celestino è il Papa che ha donato la
Perdonanza alla Chiesa e al mondo proprio perché aveva fatto
esperienza della miseria umana e della misericordia divina ha
compreso la centrale importanza di aprire a tutti e a ciascuno
la Porta Santa dell'indulgenza". Consapevole dell'imminente
chiusura dell'Anno della Misericordia, proclamato lo scorso anno
da papa Francesco, il cardinale ha riportato un passaggio del
messaggio del Pontefice all'Aquila. "Celestino V - aveva detto
il Papa - è stato un testimone coraggioso del Vangelo, perché
nessuna logica di potere lo ha potuto imprigionare e gestire. In
lui noi ammiriamo una Chiesa libera dalle logiche mondane e
pienamente testimone di quel nome di Dio che è Misericordia.
Questa è il cuore stesso del Vangelo, perché la misericordia è
saperci amati nella nostra miseria". Di qui l'invito "a partire
dalla propria miseria e guardare lì, cercando come arrivare al
perdono, perché anche nella propria miseria sempre troveremo una
luce che è la strada per andare al Signore. È Lui che fa la luce
nella miseria".
Un passaggio che Petrocchi ha associato a un volumetto dal
apparentemente paradossale e provocatorio, 'L'arte di utilizzare
le proprie colpe, secondo san Francesco di Sales' (di Giuseppe
Tissot nda). "L'arte, di cui parla san Francesco di Sales - ha
sottolineato Petrocchi - consiste nel rendere le nostre miserie
morali, identificate nella verità e senza 'anestetici', fattori
che generano e rafforzano l'umiltà" in un percorso di salvezza
che ha due "nemici": presunzione e disperazione. (ANSA).
Petrocchi, 'celestinizziamo' la Perdonanza e la nostra vita
Il cardinale, restiamo fedeli all'esempio di Celestino
