(ANSA) - SULMONA, 05 OTT - Sospensione cautelare dal servizio
e revoca dell'obbligo di firma per l'agente di polizia
penitenziaria 53enne accusato di aver introdotto tre
microcellulari nel carcere di massima sicurezza di Sulmona
(L'Aquila), destinati verosimilmente ai detenuti. Il poliziotto,
arrestato nell'aprile scorso, era stato rimesso in libertà il 5
agosto in attesa dell'udienza in camera di consiglio, celebrata
questa mattina e poi rinviata per questioni procedurali all'11
gennaio 2024.
L'inchiesta era scattata il 25 ottobre 2022 quando un
detenuto, sorpreso in cella con tre cellulari in cella senza
scheda, aggredì cinque agenti mandandoli in ospedale. In quel
periodo furono sequestrati una ventina di telefoni nella
struttura penitenziaria. La Procura di Sulmona aveva quindi
disposto accurate perquisizioni, eseguite dal personale
penitenziario, che portarono a rinvenire tre microcellulari in
dotazione al 53enne, oltre a uno di sua proprietà. L'agente si
era giustificato spiegando di aver portato quei telefoni per
sbaglio, ovvero di averli dimenticati in tasca dopo averli
acquistati a prezzo modico per poi rivenderli ad amici e
colleghi. Nella vicenda nove persone recluse nel carcere di
Sulmona sono state condannate per il reato di accesso indebito
di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti
detenuti. (ANSA).
Telefoni dietro le sbarre, sospeso un agente penitenziario
Revocato l'obbligo di firma per 53enne. A Sulmona prima udienza