Abruzzo

Venezi, 'valorizzo gli autori russi contro la cancel culture'

Guida i Solisti Aquilani all'Auditorium del Parco

Redazione Ansa

(ANSA) - L'AQUILA, 24 OTT - "Una cosa è la politica, altra cosa è l'arte: le mie scelte musicali non tengono conto della 'cancel culture' degli ultimi tempi". La direttrice d'orchestra Beatrice Venezi parla così della scelta di omaggiare Čajkovskij nella serata inaugurale di 'Musica per la città 2023/24', la rassegna che, all'Aquila, vede per protagonisti i Solisti Aquilani. Appuntamento domani, mercoledì 25 ottobre (ore 18) all'Auditorium del Parco.
    Di Čajkovskij sarà eseguita la Serenata opera 84 che può essere considerata un capolavoro non solo nell'ambito della sua produzione, ma di tutto il repertorio per orchestra d'archi. In repertorio anche alcune sinfonie di Felix Mendelssohn Bartholdy.
    "Mi capita di valorizzare repertori che attengono alla tradizione russa - spiega all'ANSA Venezi -. Con la guerra sul fronte russo-ucraino hanno cercato di mettere da parte scrittori, registi e musicisti russi, una scelta che trovo a dir poco ridicola, se pensiamo che si parla di autori che hanno vissuto 150 anni fa e che nulla hanno a che vedere con la situazione attuale".
    Il concerto di domani arriva dopo il successo della stagione estiva 2023 contrassegnato da diversi appuntamenti, a cominciare dal progetto 'Io ti veglierò. Io ti proteggerò - D'Annunzio, le donne, dalla vita all'arte' che è stato presentato a Taormina, a Gardone Riviera e, naturalmente, nel capoluogo durante la stagione Cantieri dell'Immaginario.
    Un'iniziativa che ha visto l'orchestra collaborare con il Teatro stabile d'Abruzzo, con la presenza sul palco anche del direttore artistico del Tsa, Giorgio Pasotti. Una produzione dei Solisti Aquilani, con la direzione artistica di Maurizio Cocciolito, nell'ambito di una collaborazione inedita tra L'Aquila, il Consiglio regionale dell'Abruzzo, Taormina Arte e il Vittoriale.
    "Con i Solisti Aquilani - sottolinea Venezi - abbiamo una collaborazione nel segno della leggerezza, e parlo di leggerezza calviniana', ma anche di profondità. Grazie a loro ho scoperto le meraviglie di questa regione, dalle sue storie ai suoi paesaggi". (ANSA).
   

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