Abruzzo

Cresa, in Abruzzo meno imprese attive e debole ripresa

L'analisi, recuperati solo in parte i livelli pre-pandemici

Redazione Ansa

(ANSA) - L'AQUILA, 26 OTT - La regione Abruzzo mostra nel complesso deboli segni di ripresa, spesso di intensità inferiore non solo alla media del Paese ma anche al Mezzogiorno, motivo per cui la regione ha recuperato solo in parte i livelli pre-pandemici. Lo si apprende dall'analisi 'Economia e Società' del Centro Studi dell'Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d'Italia. Un progetto giunto alla 14/a edizione.
    Per quanto riguarda l'andamento delle variabili macroeconomiche regionali il 2022 registra gli aumenti del Pil (secondo l'indicatore Iter della Banca d'Italia +3,3% inferiore alla variazione nazionale) e dei consumi (+5,3%) sebbene con una dinamica in progressivo rallentamento.
    La Svimez ha stimato per il 2023 una crescita in ulteriore decelerazione, di intensità pari al Mezzogiorno e leggermente inferiore alla media in Italia.
    Secondo l'analisi, la diminuzione del numero di imprese attive (-1,0%) deriva dalle flessioni nelle costruzioni (-0,1%) e nel commercio (-3,0%), in aumento nell'anno precedente, nell'agricoltura (-1,6%), stabile nel 2021, e dal ripetersi dei cali nel manifatturiero (-1,4%). Aumentano solo i servizi (+0,5%) grazie al contributo delle attività professionali, scientifiche e tecniche, immobiliari, di noleggio, agenzie di viaggi e servizi alle imprese.
    Gli scambi commerciali con l'estero confermano un andamento moderatamente crescente con variazioni delle vendite (+2,1%) e degli acquisti (+16,2%) positive ma assai inferiori a quelle medie italiane (+20,0% e +36,4%). In controtendenza con il trend nazionale a causa dell'andamento negativo dei mezzi di trasporto (35,4% delle vendite abruzzesi), diminuisce il valore dell'export del settore meccanico, elettromeccanico ed elettronico (-11,8%) che rappresenta il 56% del totale regionale.
    Le esportazioni del chimico farmaceutico e del made in Italy, che rappresentano nell'ordine una quota analoga (24% circa) e inferiore alla media nazionale (14% e 20%) aumentano in misura superiore rispetto ad essa (+36% contro +32% e + 24% contro +16%). (ANSA).
   

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