Abruzzo

Facoltà medicina: Verini e Padovani, preoccupa rete ospedali

Consiglieri comunali, riassetto rete sanitaria penalizza Univaq

Redazione Ansa

(ANSA) - L'AQUILA, 27 OTT - Preoccupazione sul possibile depotenziamento della Facoltà di medicina dell'Università dell'Aquila "come conseguenza della cancellazione di interi reparti universitari al San Salvatore a seguito del nuovo piano di ristrutturazione dei servizi ospedalieri", è stata espressa dai consiglieri comunali dell'Aquila, Gianni Padovani ed Enrico Verini.
    "Il nuovo piano di ristrutturazione ospedaliera approvato dalla giunta Marsilio - spiegano - già ad una lettura superficiale presenta un vero proprio agguato nei confronti delle strutture universitarie del nostro ospedale".
    "Il piano - dicono - prevede, infatti, la soppressione dell'Unità Operativa Universitaria di Neurologia che passerebbe a ospedaliera. Ora bisogna comprendere bene un concetto: le unità universitarie dentro l'ospedale soddisfano 2 esigenze: curare i malati e permettere la formazione agli specializzandi provenienti dall'ateneo, nelle discipline mediche. Per spiegare in termini semplici, una Università di medicina è attrattiva quando è in grado di presentare un'offerta che prosegua dopo la laurea, attraverso le scuole di specializzazione".
    "Sottrarre di continuo unità universitarie al San Salvatore - si legge nella loro nota congiunta - oltre a privare il territorio delle competenze mediche dei professori universitari, azzera la prospettiva della nostra facoltà di medicina. Non è un fenomeno da poco e questo è l'ultimo degli agguati che nel corso del tempo hanno visto la cancellazione delle unità universitarie di Neurologia, Chirurgia vascolare, Chirurgia e diagnostica, Endoscopia, Anatomia patologica. Tutto questo nel silenzio di chi occupa i livelli istituzionali in cui si decide".
    "L'omertà di convenienza, l'inedia, la rassegnazione, la incapacità di valorizzare e difendere i nostri assetti strategici - concludono i consiglieri - devono scomparire e dobbiamo tornare, come sistema complessivo, a discutere delle cose serie che riguardano il nostro territorio che sta perdendo le sue sfide per colpa dell'avidità altrui ma anche e soprattutto della pochezza della nostra discussione. Si tratta di una colpa collettiva, da cui solo lavorando insieme possiamo affrancarci". (ANSA).
   

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