Abruzzo

Voto agli stranieri, Rilindja lancia appello dall'Aquila

L'iniziativa dell'associazione nella giornata del Migrante

Redazione Ansa

(ANSA) - L'AQUILA, 18 DIC - Regole chiare sul diritto di voto agli stranieri residenti in Italia. Questo l'appello di Abdula "Duli" Salihi, presidente dell'associazione culturale Rilindja con base all'Aquila.
    Un appello, che arriva nella giornata internazionale del Migrante, volto a sottolineare "la mancanza di chiarezza e di un impegno politico definito su questo tema fondamentale".
    "Il dibattito sull'estensione del diritto-dovere di voto agli stranieri in Italia ha radici lontane, risale al 1992 - spiega il presidente del sodalizio -. In quell'anno, il Consiglio d'Europa a Strasburgo adottò la Convenzione che riconosceva il diritto di voto attivo e passivo agli stranieri legalmente residenti per almeno 5 anni. Tuttavia, l'Italia ratificò la convenzione nel 1994, escludendo il capitolo C che riguardava il diritto di voto, ritenendolo in conflitto con l'articolo 48 della Costituzione". Infatti, nell'articolo 48, la Costituzione stabilisce che solo i cittadini possono essere elettori. Questo legame tra cittadinanza e diritto di voto ha creato una sfida nel processo di estensione del diritto di voto agli stranieri.
    Per Salihi "la soluzione richiede una modifica costituzionale e l'approvazione di una legge ad hoc per rimuovere l'esclusione del capitolo C della Convenzione di Strasburgo".
    "In questo contesto - aggiunge - le soluzioni temporanee, come la figura del consigliere straniero non sono sufficienti, anzi possono accentuare le differenze sociali ed etniche anziché promuovere un'effettiva integrazione". Di fatto, esiste una disparità nel riconoscimento del diritto di voto per i cittadini dell'Unione Europea rispetto agli stranieri non comunitari.
    "Tale discriminazione - incalza - è incoerente, considerando il contributo economico, sociale e demografico significativo degli stranieri al Paese". Salihi, pertanto invoca "un'immediata azione politica per affrontare la questione", richiamando esempi positivi da altri paesi europei che hanno esteso il diritto di voto: Svizzera (1849), Regno Unito (1949), Spagna (1985), Irlanda (1963), Svezia (1975), Danimarca (1981), Olanda (1983), Norvegia (1993), Finlandia (1995), Lussemburgo (2003), Belgio (2004)". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it