(ANSA) - RAIANO, 28 MAR - Apre al pubblico la casa dei
bisnonni, dove lui stesso è nato, per farne un museo del rame e
vi espone 200 oggetti di cui è andato meticolosamente in cerca
in tutta Italia per quasi due decenni. Lui è Antonio Tronca,
insegnante di matematica e scienze in pensione, che
nell'abitazione degli avi ha ricostruito i diversi ambienti in
cui si svolgeva la vita agreste di un tempo.
Un museo che Tronca ha voluto intitolare all'ultimo ramaio
del territorio, Fioravante Baglione, scomparso nel 1967, che
operò all'Aquila e poi a Raiano fino agli anni Sessanta del
secolo scorso, partecipò a mostre ed esposizioni in Italia e
all'estero e fu insignito della Medaglia d'Oro in occasione
dell'Esposizione internazionale di Arte Commercio Scienza e
Industria del 1922.
"Perché è scomparso il mestiere del ramaio? Anzitutto perché
essendo tossico, il rame, soprattutto per farne oggetti da
cucina, bisognava stagnarlo - spiega Tronca - Lo stagno è
soggetto a consumarsi perché fonde a temperatura di gran lunga
inferiore a quella del rame, che in definitiva è stato
soppiantato dall'alluminio prima e dall'acciaio inossidabile
poi. Ma vengono prodotti ancora costosissimi strumenti da cucina
in rame, come le risottiere per ristoranti d'élite".
Allestito dallo scorso dicembre, ma finora aperto solo su
chiamata, il Museo del rame di Raiano apre le porte
ufficialmente, da oggi, due giorni a settimana, il giovedì e il
sabato dalle 16 alle 18, oltre che su prenotazione anche nei
festivi. L'ingresso è a offerta libera. (ANSA).
Apre la casa degli avi per farne un museo del rame, 200 oggetti
A Raiano, lo spazio è intitolato all'ultimo ramaio della zona