(ANSA) - CHIETI, 18 LUG - I comuni di Chieti e dell'Aquila
sono rispettivamente al secondo e terzo posto della classifica
italiana dei territori in cui si disperde più acqua potabile. In
particolare, a Chieti si perde nelle reti il 70,4% dell'acqua
immessa, mentre all'Aquila il 68,9%. Peggio dei due comuni
abruzzesi fa solo Potenza, con il 71% di perdite. L'Abruzzo,
inoltre, è la seconda regione italiana con il dato peggiore:
62,5% di perdite, contro una media nazionale del 42,4%. Ad
illustrare i dati, nel pieno dell'emergenza idrica dell'estate
2024, è il Centro studi di Confartigianato Imprese Chieti
L'Aquila, che torna a lanciare l'allarme per imprese e
cittadini.
In Abruzzo, rileva l'associazione, sono 1.312 le imprese
artigiane che operano nei comparti manifatturieri con la
maggiore intensità di utilizzo dell'acqua, a rischio emergenza a
causa della situazione attuale; danno lavoro a 4.045 addetti.
Del totale, 411 imprese sono nel Chietino (1.270 addetti), 251
nell'Aquilano (614 addetti), 356 nel Teramano (1.274 addetti) e
294 nel Pescarese (887 addetti). Non volendosi soffermare solo
sull'artigianato, in Abruzzo nel complesso sono 2.467 le imprese
operanti nei settori con la maggiore intensità di utilizzo
dell'acqua, per un totale di 28.814 addetti: 819 imprese sono
nel Chietino (11.236 addetti), 413 nell'Aquilano (2.122
addetti), 737 nel Teramano (8.329 addetti) e 498 nel Pescarese
(5.128 addetti).
Quando si parla di acqua, una delle criticità principali è
quella della dispersione. In tal senso - emerge dai dati Istat
2022, gli ultimi disponibili - tre comuni capoluogo su quattro,
in Abruzzo, registrano valori allarmanti: oltre a Chieti e
L'Aquila, che sono tra i tre comuni maglia nera d'Italia, spicca
anche Pescara, in 21esima posizione, con perdite pari al 54,8%.
Si salva solo Teramo, con un dato pari al 27,9%. Nel complesso,
in Abruzzo, nel 2022, sono stati immessi in rete 253,4 milioni
di metri cubi di acqua, pari a 545 litri pro capite al giorno
(la media italiana è di 371), ma sono stati erogati solo 95,1
milioni, cioè 205 litri pro capite (214 in Italia).
Sul tema dell'emergenza idrica si è svolto oggi un confronto
con l'Aca e l'Ersi al Comune di Pescara. Per Confartigianato
Chieti L'Aquila era presente il presidente della categoria
Commercio, Niki Sprecacenere. "Sappiamo che c'è un'emergenza
idrica che prescinde dal sistema di gestione, anche se dopo anni
di allarmi e proclami non abbiamo visto interventi significativi
- afferma - Ciò per cui siamo profondamente amareggiati è che
settimanalmente viene pubblicato un calendario delle chiusure o
delle riduzioni di erogazione, ma puntualmente questo calendario
non viene rispettato. Ci sono famiglie che rimangono senz'acqua
anche per 24 ore. Il mancato rispetto del calendario a nostro
avviso rischia addirittura di generare un consumo maggiore di
acqua nei pochi momenti in cui l'erogazione è regolare. I
disservizi sono gravissimi e le persone sono disperate".
"Lo diciamo ormai da tempo, ma nulla cambia - commentano il
presidente di Confartigianato Chieti L'Aquila, Camillo Saraullo,
e il direttore generale, Daniele Giangiulli - I numeri parlano
chiaro: ci troviamo di fronte a reti colabrodo e ci attendono
settimane difficilissime di emergenza idrica, che rischiano di
mettere in ginocchio le imprese e di generare gravi disagi per
le famiglie. I dati fotografano l'inadeguatezza del sistema
idrico abruzzese, che di efficiente ha ben poco, nonostante i
costi alti sostenuti da utenti e imprese. Se è vero che la
risorsa idrica sarà sempre meno disponibile, è inaccettabile che
in Abruzzo le perdite riguardino più della metà dell'acqua
immessa in rete. E' indispensabile trovare una volta per tutte
una soluzione. Agli utenti viene chiesto di ridurre, laddove
possibile, i consumi. Siamo disposti a collaborare per
sensibilizzare in tal senso, ma i cittadini, gli artigiani e il
mondo produttivo abruzzese - concludono Saraullo e Giangiulli -
meritano un sistema idrico efficiente e moderno". (ANSA).
Crisi idrica: dispersione, Chieti e L'Aquila tra i peggiori
Studio Confartigianato, in Abruzzo a rischio 2.500 imprese