(ANSA) - PESCARA, 27 AGO - Nel 2023 si sono avvalsi della
possibilità di applicare l'imposta di soggiorno soltanto 1.268
comuni italiani, circa uno su 5 degli aventi diritto, stando a
quanto emerso da un'elaborazione di Centro Studi Enti Locali
basata su dati Mef, Banca d'Italia e Istat.
In Abruzzo invece, dei 105 comuni eleggibili per l'imposta di
soggiorno su 305 comuni totali, 24 nel 2023 hanno avuto incassi
dall'imposta contro i 17 del 2019.
Ad oggi l'imposta può essere istituita dai capoluoghi di
provincia e dai comuni inclusi negli elenchi regionali delle
località turistiche o delle città d'arte e da quelli che hanno
sede giuridica nelle isole minori o nel cui territorio insistano
isole minori. Ma sulla scorta delle anticipazioni circolate nei
giorni scorsi su una bozza di decreto che dovrebbe portare alla
revisione della disciplina dell'imposta di soggiorno, i
riflettori sono tornati ad accendersi su questo tributo. La
bozza, che ha innescato una levata di scudi da parte di alcune
associazioni di categoria, darebbe la possibilità di: estendere
a tutti i comuni italiani la possibilità di applicare l'imposta
di soggiorno; far sì che le diverse tariffe siano legate al
costo per notte anziché alla classificazione della struttura
ricettiva e allargare leggermente le maglie sul fronte delle
possibili destinazioni del gettito, affiancando agli interventi
squisitamente legati al modo del turismo, anche il capitolo
raccolta e smaltimento dei rifiuti. (ANSA).
Imposta di soggiorno, Molise unica regione tourist tax free
Attiva in 1 comune italiano su 5, in Abruzzo in 24 su 105 idonei