Abruzzo

Consumo cocaina e sicurezza, Renzetti 'a Pescara vera emergenza'

Capogruppo Fi, serve unità di crisi con tutte le istituzioni

Redazione Ansa

(ANSA) - PESCARA, 14 OTT - "Se a Pescara c'è un traffico di cocaina tale che una sola famiglia Rom riesce a mettere a segno 300 cessioni al giorno, incassando ben 20mila euro a settimana, vuol dire che abbiamo non solo un problema di spaccio di droga, ma anche di abuso di stupefacenti. Che si trasforma in un problema di ordine pubblico e di sicurezza". E' quanto dichiara, in una nota, il capogruppo di Forza Italia al Comune di Pescara, Roberto Renzetti, annunciando che chiederà al sindaco Masci di farsi promotore dell'istituzione di un'Unità di Crisi sul problema droga, anche attraverso il Comitato ristretto dei sindaci della Asl, coinvolgendo il prefetto. "Da pubblico amministratore e da medico credo sia imprescindibile, accendere un focus sulla problematica, riunendo attorno a un tavolo Forze dell'Ordine, Sanitari e responsabili del Centro per le Dipendenze della Asl, per monitorare la situazione, verificare i numeri del fenomeno e allargare il tavolo alle Istituzioni scolastiche".
    Renzetti plaude alle Forze dell'Ordine per la recente operazione che ha permesso di smantellare un poderoso traffico di droga. "Ma non posso nascondere la mia preoccupazione - sottolinea - per quanto quell'operazione ci racconta, ovvero che a Pescara una sola famiglia Rom chiudeva ogni giorno la vendita di ben 300 dosi, a 300 utenti-consumatori, residenti o meno, 2.400 vendite a settimana che fruttavano un incasso di circa 20mila euro, un'enormità che non può lasciarci indifferenti se pensiamo che oggi difficilmente attività commerciali riescono a battere 300 scontrini al giorno".
    "Tradotto: a Pescara non c'è solo un problema di spaccio, ma di consumo di droga che le Istituzioni non possono ignorare.
    Credo sia nostro dovere - prosegue Renzetti - accendere i riflettori sulla dinamica emergenziale che ruota attorno a tale consumo di cocaina, individuando il bacino di utenza che si rivolgeva agli spacciatori, la fascia anagrafica, frequenza e tipologia di utilizzo. Dati che dobbiamo rintracciare istituendo una sorta di Unità di Crisi con la presenza delle Forze dell'Ordine, partendo da quelle che hanno condotto l'ultima attività investigativa, ma anche i responsabili del Serd e del Sert, ossia il Servizio della Asl di Pescara che si occupa di tossicodipendenze e dipendenze in generale. A quel punto capiremo se occorre coinvolgere le Istituzioni scolastiche o se, paradossalmente, ci rivolgiamo a una fascia anagrafica più alta che richiede l'intervento degli Ordini professionali.
    Sicuramente non possiamo limitarci a operazioni spot contro il mondo dello spaccio, interventi sicuramente efficaci, ma che non rimuovono il problema: il consumatore abituale di droga non smette di assumere cocaina perché hanno arrestato lo spacciatore di fiducia, ma cerca il mercato di riferimento altrove. Ed è in questo frammento temporale che deve inserirsi il lavoro della pubblica amministrazione, intercettando la domanda e l'utente per fornire un supporto adeguato, non solo al singolo consumatore, ma anche alle famiglie spesso vittime di tragedie che si consumano tra le mura di casa". (ANSA).
   

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