Abruzzo

Amore e identità di genere al 'Ridotto' con Stefania Rocca

La stagione teatrale aquilana prosegue con 'La Madre di Eva'

Amore e identità di genere al 'Ridotto' con Stefania Rocca

Redazione Ansa

(ANSA) - L'AQUILA, 22 GEN - Un confronto intergenerazionale che esplora la transizione di genere come occasione per riconoscere la diversità come valore. Questo è il percorso dello spettacolo 'La Madre di Eva', nuovo appuntamento della stagione teatrale aquilana organizzata dal Teatro Stabile d'Abruzzo. Lo spettacolo andrà in scena al Ridotto dell'Aquila domani, giovedì 23 gennaio, alle ore 21, e venerdì 24, con due repliche previste alle 17.30 e alle 21.
    Adattato dal romanzo di Silvia Ferreri, 'La Madre di Eva' è diretto e interpretato da Stefania Rocca, affiancata sul palco da Bryan Ceotto e Simon Sisti Ajmone. La produzione è curata da Stage Entertainment, Enfi Teatro e Oraone Production, con la consulenza artistica di Luciano Melchionna e le musiche originali di Luca Maria Baldini.
    La trama si sviluppa all'interno di una clinica di Belgrado, dove una madre e sua figlia - lei l'ha sempre considerata una femmina - si parlano mentre, al di là del muro, stanno preparando la sala operatoria e i dottori tracciano linee verdi sul corpo nudo di Alessandro, per permettergli di realizzare, finalmente, il suo desiderio: "prima dei miei diciotto anni voglio sottopormi all'intervento che mi renderà quello che sono davvero: un uomo".
    In un dialogo intenso e sospeso tra immaginazione e realtà, la madre ripercorre la loro storia, fatta di amore, paure, conflitti e speranze. La vicenda diventa lo specchio di una società in continua evoluzione, che spesso disorienta e lascia soli coloro che cercano di trovare il proprio posto.
    "Con questo spettacolo - spiega Stefania Rocca - voglio raccontare il contrasto generazionale e le tematiche transgender dal punto di vista di chi è direttamente coinvolto, ma anche dei genitori, che sentono il dovere di proteggere i propri figli, temendo le discriminazioni. Per Alessandro, la transizione modifica il corpo, non l'identità: lui è nato uomo. Per la madre, invece, questo percorso è una sfida emotiva profonda, carica di paure e pregiudizi ancestrali. Non è una donna bigotta, ma una madre che ha paura". Per informazioni, è possibile contattare il numero 348.5247096. (ANSA).
   

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